anno 1538. 155 » delle genti le loro facoltà violando la fede pubblica; non è chiaro » segno, che ora disprezzino la nostra nazione e il nostro commer-» ciò, 1’ avere immoderatamente accresciuti i dazi alle mercanzie • che si traggono da’ loro paesi per questa città, T avere ritenuti » due nostri baili, assicurati dalle capitolazioni della pace, e postili » prigioni nelle torri del mar Maggiore in compagnia di vilissimi » uomini, l’avere tagliata così crudelmente e barbaramente la testa » ai sopracomiti delle nostre galee prese nel disordine di quella » notte, senza che a tale atto precedesse alcuna aperta e pubblica * rottura della pace ? Ma che vo io 1’ altre cose commemorando? » Non aveva Solimano promesso di aspettare il ritorno dell’ Orsi-» no, mandatoci dal bailo con consenso, anzi pur con ordine, di lui, » per intendere come fossero da noi giustificate le operazioni dei • nostri ministri, e quale fosse l’opinione di questo senato intorno » alla pace o alla guerra ? Nondimeno, non aspettata alcuna rispo-» sta da noi, furiosamente si mosse a mandare la sua armata sopra » Corfù, facendoci scopertamente la guerra ed esercitando con » sdegno e con rabbia le armi sue contro i nostri poveri sudditi ; » ed ora crederemo noi alla fede di questa gente barbara ed infe- * dele poter fidare la sicurtà delle cose nostre ? Ci persuaderemo, » che questi ci propongano pace per desiderio d’ esserci amici, e » con animo siucero di osservarla ? » Altri per certo sono i loro fini, altri e molto diversi i loro » pensieri ; hanno volto 1’ animo allo stato nostro, vorrebbono op-» primere questa repubblica, dalla quale par loro di ricevere qual-» che contrapeso nelle forze di mare, e non leggieri impedimenti » a’ loro disegni di farsi monarchi di tutti i paesi : ma per abbas-» sare noi più facilmente, cercano con ogni artificio possibile di » separarci dall’amicizia degli altri principi cristiani, per assalirne » poi soli, destituii d’ ogni aiuto e d’ ogni presidio : però niuna » cosa lasciano addietro onde possano dare occasione di gelosia e » di diffidenza a quei principi, co’ quali sanno benissimo trattarsi » da noi la confederazione contra di loro, e per porre impedimento