402 LIBRO XXIX, CAPO KXXIV. nè per 1' altra : il senato, a cui vennero comunicate, schivò anche egli di prendervi impegno ; né altro rispose, tranne, che rimette-vasi alla prudenza del papa, il quale certo troverebbe un qualche ragionevole temperamento, per accomodare le differenze. CAPO XXXIV. Disposizioni generali alla pace. Sorgeva l’anno 1529, undecimo di questa lunga e penosa guerra ; e pareva apportatore di più prosperi avvenimenti, per cui terminarne i travagli e risolversi tutti i principi d’ Europa ad una pace ferma ed universale. Pareva, che l’imperatore la desiderasse ; tanto più, eh’ egli aveva mandato a Roma il generale de’francescani, cardinale del titolo di santa Croce. I re di Francia e d’Inghilterra avevano dato ai loro ambasciatori un pieno potere per conchiudere. La repubblica aveva ordinato ai suoi di ascoltarne le proposizioni ed informare. Ma le viste e le pretensioni dei principi erano così contradditorie, che malagevol cosa riusciva il poterli conciliare : il perchè con varietà di successo continuavano le reciproche ostilità nella Puglia e nella Lombardia. Tuttavolta ciascuno dei principi in particolare anelava alla pace. Dopo incredibili maneggi, il primo trattato, che si pubblicò, fu quello del papa Clemente VII coll’ imperatore, stipulato in Barcellona il dì 29 giugno 1529. Gli articoli più considerevoli n’erano, che il papa concedeva libero all’ imperatore il passaggio per le terre della Chiesa, nel caso che volesse andare al regno di Napoli; e che l’imperatore dal canto suo prometteva al pontefice di ristabilire la casa de' Medici nella sovranità di Firenze, e di procurare che fossero restituite alla Chiesa le città di Cervia e di Ravenna. Prometteva inoltre, che sarebbero date al papa Modena e Reggio, e che questi in cambio accorderebbe a lui l’investitura