348 LIBRO XXXII, CAPO XII. » egli lo ha ceduto all’ ultimo degli Sforza, ed erasi ultimamente * impegnato d’ investirne il duca di Orleans. Scegli avesse voluto » opprimerci, la guerra, che abbiamo avuto coi turchi, non gli e » ne somministrava una bella occasione ! Egli anzi ci ha ajutati » colle sue forze; e sebbene gli ajuti suoi siano stati deboli, perii ché la è politica di tutti i principi di non voler cooperare all’in-» grandimenlo di altrui ; tuttavia ci ha ajutati quanto ci fu abba-» stanza per non soccombere. Ora, non avendo noi ricevuto da » lui veruna ingiuria, ned essendo in pericolo di riceverne, perii che dovremo noi fargli la guerra ? » In conseguenza di queste considerazioni sapientissime, il senato rispose agli ambasciatori del papa e del re di Francia, che esso non poteva se non lodare il loro sistema pel comun bene e pel loro particolare interessi ; che in ciò era risoluto d’ imitarli ; che proponevasi quindi d'invigilare colla maggiore attenzione alla sicurezza delle sue frontiere ; e che questa precauzione gli pareva succiente contro i pericoli che si temevano. Con questa politica i veneziani seppero mantenere nella tranquillità i loro dominii, senza che fosse minimamente interrotto lo stato della loro neutralità. Nel quale stato passarono per ben sette anni, rimanendo sempre spettatori delle varie vicende, che agitarono le altre potenze dell’ Europa, nè mai cedendo alle continue istanze, che loro facevansi ora da questa ed ora da quella, per attirarli al proprio partito. CAPO XII. Musaici di san Marco : fabbriche grandiose in città: regolamenti interni 'politici: prosperità della pace. Frutto di questa loro irremovibile fermezza fu la prosperità, che ne derivò intanto allo stato, sì per le arti, che vi fiorirono, e sì