228 LIBRO XXX, CAPO V. nolabile che col scandaglio dell’ interesse politico si facesse da sé stesso geloso quel ponteiice della pubblica indignatione, onde comise al nuntio che con audienza appostata in collegio andasse giustificando la novità et in fine che ricercasse il pubblico ad haverla per grata, in riguardo della persona del pontefice, per altro sempre affettuoso et unito con la repubblica. Di presente trascurale tutte queste formalità di rispetto, si assumano di balzo i soggetti del senato et si deviano dal corso naturale de senatore, et con an-ticipatione do premio ecclesiastico, si fauno parteggiani de principe alieno: merita perciò che la prudenza pubblica applichi ad una rigorosa risolutione, per poner freno a queste mutalioni improvvise, acciò resti bensì sempre aperta la porta a chi voglia instradarsi a vita ecclesiastica, ma chiusa l’ uscita dal senato a chi sij carico d’ ogni interesse politico. Per tanto sij terminato dal magistrato nostro, quanto si conlenirà in questo capitolo, ma con questa avvertenza maggiore, che noi inquisitori attuali, fatto che hab-biamo 1’ estesa et il decreto, resti sospeso sino ad altra muta dei prossimi successori, quali, assunto che habbino il magistrato, diligentemente consideranno i motivi che ci hanno persuaso a così terminare. Se ancor loro vengano in opinione che tanto conferisca al pubblico servicio, segnaranno di lor mano lo stesso decreto, et poi in congiuntura propria debbano anco leggerlo a tutto il corpo del conseglio di Dieci, acciò con voti secreti sia espressa l’opinione degli altri ; se tanto sentano ancor loro osservate queste formalità, se i pareri saranno conformi, sia all' bora poi mandalo il capitolo a savij, acciò serva d’informatione loro per le venture occorenze. La continenza sia tale, quando un soggetto nobile nostro per dieci anni sij stato a parie del secreto, o con carica di savio del conseglio, o di terra ferma, o vero con ambasciate a testa coronata, non possi questo tale esser assunto ad alcuna prelatura ecclesiastica, senza nota di dissentimento pubblico ; il danno di questo dissentimento sij la denegatione del possesso temporale, quando la prelatura sij nello stato, et in oltre una immediata cassalione d’ ogni