anno 1568. 389 » che soleva dire non mutarsi mai, nè revocare gli ordini per » lui dati. * Ai 7 agosto 1568 scrisse l’ambasciator nostro da Roma • agli eccellentissimi capi di Dieci, aver inteso che per trattar so-» pra le cose della bolla s’ aspettava il priore di Castiglia per » nome di sua maestà cattolica, e che sarìa bene gli dassero qual- • che ordine, in caso che egli solo comparisse, come aveva ad in- • tendersi seco. » Ai 16 agosto 1568 da Brusselles l’ambasciator nostro scris-» se, che alcuni vescovi avevano voluto pubblicare la bolla, facen-» dosi coscienza di non osservare ; il che inteso dal re Filippo ave- • va sollecitato il prior di Castiglia per la sua partita, vedendo che » la cosa andava troppo innanzi, e non la voleva patire a patto » alcuno. » Ai 19 agosto 1568 l’ambasciatore nostro residente appres-» so l’imperatore scrisse da Vienna agl’ eccellentissimi signori » capi di Dieci, aver di nuovo ragionato con sua maestà imperiale » in materia della bolla, maravigliandosi che il re Filippo tacesse » e sopportasse questi decreti di sua santità contenuti in essa bolla; » e che rispose l’imperatore (ponendosi la mano con le dita larghe » sopra la faccia) : il re Filippo con il papa si guardano di que-» sta maniera l’un 1’ altro, e fanno, come dice il proverbio, fa a > me la burla che farò a le il fonghelto ; si guardano l’un l'altro » in gelosia, e si compiacciono l’un l’altro; ma alla fine converrà » al re Filippo muoversi, ma s’ adatteranno fra loro. Quanto a » noi staremo a vedere, e non essendoci detto altro staremo quieti, » benché credo che il papa sin qui sappi quello che può fare con • noi: e disse: Vedete che natura d’uomo è questa di costui, che » cerca da una parie con mostrare d’ aver cura de’ popoli acqui- li starsi ragioni sopra tutti gl’imperi, dall’ altra parie cerca di ti-» ranneggiare il duca di Ferrara levandoli la tratta de’ sali, così » anticamente goduta e posseduta da esso duca. Rispose 1' amba-» sciatore, che forse sarebbe stato bene non tacere, perchè tacendo