anno 1568. 425 quanto fosse dissimile da tutto il resto della Chiesa cattolica la disciplina ecclesiastica di Venezia. Non v’ ha chi ignori le funeste discordie tra il sacerdozio e 1’ impero a cagione appunto delle investiture; massime ai tempi del pontefice san Gregorio VII e dell’ imperatore Arrigo IV. Eppure il doge dei veneziani cinque secoli prima di quell’ età, ed altri quattro secoli dopo, investì pubblicamente gli abati, i vescovi e persino 1’ ¡stesso patriarca, senza che vi sia stata giammai opposizione veruna per parte di Roma. Soltanto ci è fatto noto dallo scritto del Beninlendi Ravagnano, cancellier grande della repubblica nel 1352, che, circa l’anno 1135, ai tempi del doge Pietro Polani, erano insorti gravi dissapori tra la Signoria e il papa Innocenzo II, perchè, nell’ elezione della badessa di santo Zaccaria, il patriarca Enrico Dandolo, uomo di coscienza delicatissima, si sforzava di negarne al doge il diritto, perchè lo diceva contrario all' ecclesiastica libertà. Il patriarca andò a Roma più volte : il papa ne assunse la difesa ; perciò processi e censure dalla parte di Roma contro il doge e la repubblica ; proscrizioni, esilii, eonfiscazioni de’beni per parte del doge e del senato contro il patriarca e i suoi fratelli e aderenti. Durarono le discordie intorno a quindici anni ; ed in frattanto da Roma furono scritte lettere ai vescovi dello stato, e furono persino mandati quattro cardinali a trattarne la riconciliazione. Finalmente, nel 1150, il doge Domenico Morosini ed il pontefice Eugenio III vennero ad amichevole componimento, per cui fu stabilito, che in avvenire il patriarca, i vescovi, gli abati e le badesse avessero pure l'investitura dal doge ; ma ne riconoscessero la dignità per sanctum Marcum. Piacemi di questo fatto portare il racconto colle parole stesse del summentovato cancellier grande, il quale, addì 4 dicembre 1352, così ne dava informazione al doge Andrea Dandolo (1) : « Unde (i) La lettera intiera del Ravagnano, tora. XII, pag. io, e dallo stesso luogo la contenente questa informaiione, è porta- trasse anche Flaminio Cornaro, Dee, XIII, ta dal Muratori , Rer. Ital. Scriptor. part. I, pag. 246 e seg. voii. vai. ^4