270 LIBRO XXXI, CAPO IX. Appena ne fu inoltrata al governo turco la proposizione, il sultano fece lasciare in libertà il bailo della repubblica, il quale sino a quel tempo era stalo trattenuto prigioniero nel castello delle Sette Torri, e restituì similmente la libertà ai mercatanti veneziani, assicurandone il tranquillo soggiorno con tutte le loro robe negli stati suoi. Non v’ ha dubbio, che Io stesso sultano Solimano non desiderasse la pace, e non cercasse il modo di conciliarla. Venne infatti a Venezia un qualificato signore di Modone, il quale mostrò ad alcuni senatori lettere di un uffiziale del serraglio, con cui assicuravalo, il gran-Signore essere dispostissimo a far la pace coi veneziani, . la quale certamente sarebbesi conchiusa tostochè la repubblica gli mandasse un ambasciatore a trattarne le condizioni. Assicurato della buona propensione di Solimano e rincorato nelle concepite speranze, il senato deliberò di non pensare che alla pace. E perchè il maneggio ne rimanesse secretissimo, invece di mandarvi un ambasciatore, pensò di mandare a Costantinopoli Lorenzo Grilli, figliuolo naturale del doge, e fratello di quell’ Alvise, che abbiamo veduto altrove impegnatissimo pel vantaggio della repubblica di Venezia ed accettissimo al ministero ottomano. Egli vi fu mandato col pretesto di ricuperare i beni lasciali dal fratello, che poco dianzi era morto in quella capitale ; ma in realtà per trattare col divano o di pace o di tregua. Le sue istruzioni consistevano in procurare preferibilmente una tregua, piullostochè una pace parziale tra la repubblica e il sultano ; ma ove questi insistesse a volere piuttosto la pace con i soli veneziani, la conchiudesse pure, rinnovando le antiche capitolazioni e rimettendo le cose nello stato, in cui si trovavano prima della guerra. Non voglio lasciare inosservato lo sbaglio del Darù, il quale confuse questo Lorenzo Gritli col defunto fratello Alvise, e di lui disse perciò, che in esso « molto fidavano i ministri e lo slesso » soldano. » Le cose da me narrate in addietro ne fanno abbastanza palese l’equivoco.