anno 1538. 137 » Ma supponiamo ancora, benché io per me non so accomodare » il mio pensiero a tale speranza, che ora ne venisse fatto di otte-» nere la pace ; quale pace, di grazia, sarà questa? quale sicurtà, » quale quiete apporterà alle cose nostre ? Converremo tuttavia » per timore della potenza che hanno i turchi nel mare e per la » loro dubbiosa fede, versare del continuo nei travagli e nelle spese » della guerra: ogni anno armale, presidii di soldati, fortificazio-» ni, ogni cosa piena di sospetto; e se pur sarà a noi per qualche » tempo osservata la fede, crediamo forse che questi perpetui ne-» mici della quiete siano per lasciar riposare 1’ armi loro, e non » piuttosto per volgerle in altra parte a'danni della cristianità? » Osserveranno la pace colla repubblica, per avere maggiore co- • modilà di fare la guerra all5 imperatore occupato in altre guerre • col re di Francia e privato de’ nostri aiuti; per poter assalire la » Puglia, e non trovando resistenza prendere qualche luogo forte » e fermare un piede sicuro in Italia ; onde finalmente 1’ avere a » breve tempo differita la guerra, non servirà ad altro che ad ac-» crescere la potenza de’ turchi ed a tirarci addosso maggiore e » più certa ruina. » Poiché dunque è così innanzi condotta la pratica della lega, » poiché si spera che possa farsi una sincera e ferma unione degli » animi e delle forze de’ principi della cristianità, poiché e ne’po-» poli nostri sudditi e ne’stranieri ancora si scopre tanta prontezza » per fare questa guerra, e le nazioni oltramontane bellicose e » potenti, come pur ora abbiamo inteso de’ polacchi e de’ boemi, » offeriscono di contribuire aiuti di genti e di denari, perchè sia-» mo ancora dubbiosi ? perchè ci volgiamo ogni passo addietro, » quasi temendo della nostra stessa ombra? Non vogliamo fare » una volta prova della virtù e della fortuna di questa repubblica ? » Già possiamo esser fatti accorti che lo starsi noi, come abbiamo » fatto molti anni, oziosi spettatori de’pericoli altrui, ha ben po-» tuto a breve tempo prolungarne i pericoli nostri ; tuttavia » ha poi fatto quelli stessi maggiori ; e per certo fin tanto che VOli. Vili. 18