358 LIBRO XXXII, CAPO XII. Anche le fabbriche, così dette, vecchie e le nuove e 1’ antico palazzo dei Camerlinghi : furono opere di questo secolo. Le fabbriche vecchie sono quelle, che percorrono a sinistra di chi discende dal ponte, venendo da san Marco : hanno di fronte ampii e lunghi portici, agli archi dei quali corrispondono altrettante botteghe con apposti mezzanini: superiormente sorgono due piani, che servivano a varii uffizi della repubblica siccome servono di presente ad uffizii dell’ odierno governo. Ne fu architetto Antonio Scarpagnino. Di rimpetto a queste fabbriche vecchie, appiè del ponte torreggia il palazzo dei Camerlinghi, rizzalo mentr’era doge Andrea Grilli. Se ne reputa architetto Guglielmo Bergamasco. Finalmente le fabbriche nuove ebbero principio nel 1552 e furono compiute nel 1555 : ne fece il disegno Jacopo Sansovino, erette particolarmente ad utilità e comodo del commercio. Furono dette nuove, perchè erette alcuni anni dopo le già descritte, che vi stanno di rimpetto. « Si estendono esse in lunghezza piedi veneti 250, » cioè, metri 83.90 e la loro altezza è di piedi 45 circa, o metri » 15.10; e sono compartite in tre ordini, rustico, dorico e ionico. » Il primo racchiude 25 archi, che formano un portico, dopo il » quale la di lui altezza è divisa per botteghe e soprapposti mez-» zanini. 11 detto portico si unisce in una testata con quello dei già • descritti fabbricati dello Scarpagnino ; i due altri piani sono di-» stribuiti d’ambi i lati in camere separate da un corridoio nel » mezzo. Il prospetto che si rivolge sul gran canale, è tutto co-» strutto di pietra istriana, ed a vòlta sono le coperture di ogni » piano. » Per la costruzione di queste fabbriche vecchie e nuove il senato comperò tutte le case, che formavano la parrocchia di san Jacopo di Rialto, ed alquante altresì di quelle, che appartenevano alla confinante parrocchia di san Giovanni elemosinario : e poiché il pievano di questa ed il rettore di quella venivano defraudati grandemente nelle loro rendite,, e in modo particolare poi il rettore di san Jacopo di Rialto, che veniva spoglialo di tutta intiera la sua parrocchia, fu convenuto per un proporzionato compenso