alia quale per allra parte pareva clie sul pittore si potesse far miglior capitai per le nozze che non sull’altro, con le lagrime agli occhi lo assicurava, che la gelosia lo traeva di senno, eh’ e-gli era pur la pupilla delle sue luci, il suo cuore, e che a lui solo, e ciò era anche verissimo, salvo i casi possibili e'futuri, eli’ avrebbe dato, caschi il mondo, lu mano ; tanto che il bupn pastricciano si lasciò per allor persuadere, ed acquetò, ma non ispense i suoi gelosi furori. Ma poi che il pittore che d’ allora in poi slava del continuo coll’occhio al pennello, si fu nel procedere certificato, che quella musica continuava, e eh’ egli era veramente dal sonatore e dalla bella sonato, perduta a un tratto la pazienza e l’amore, si deliberò d’abbandonare infine la ingrata, e dettole un giorno un mare di villania, rinfacciatale la infedeltà ed il perfido suo costume, da lei per sempre si tolse, non senza prima giurarle che di lei e del perfido sonatore avrebbe fatto tale scempio e tratta sì orrenda vendetta che ne avrebbe dato motivo a’ discorsi di tutto il paese. Di che quella povera figliuola, che ben conosceva il pazzo umor dell’ artista, entrò in tanto sospetto e tanta paura che non trovò altro migliore spediente che gettarsi nelle amorose braccia paterne, a lui palesando il suo affanno sì che ne trovasse alcuna via di