anno 1624. 140 ■« Tuli’ al più, conchiuse egli, potranno addottarsi quelle diversio-» ni, che convengono al caso nostro : diversioni, cioè, che nllonta-» nino la guerra dal cuore dell’ Italia, non già che vi attraggano » il principale sforzo de’ suoi nemici. Se vogliamo la guerra in » Italia, portiamola nel milanese, perchè là sono i veri nemici, che » ci provocano, e là potremo fare vantaggiose conquiste. La sorte * di Genova dipende da quella di Milano : perchè dunque non » portare il rimedio ov’ è la sorgente del male ?» A pieni voti fu accettata Y opinione del Basadonna, per la quale il senato rispose agli agenti del re Luigi XIII, — che la guerra di Genova era ben lontana dallo scopo essenziale dell’alleanza, era contraria agl’ interessi comuni dei collegati, era dannosa al bene e alla libertà dell’Italia. Si tenne dopo di ciò un congresso in Susa, a cui intervennero tre plenipotenziarii del re di Francia, cioè, il contestabile di Les-diguieres, il maresciallo di Crequì ed il presidente di Bullion : la repubblica di Venezia vi mandò ambasciatore straordinario Gerolamo Priuli. Entrali nella discussione, il veneto rappresentante propose, che ove si voglia preferire il partito della guerra, la si portasse sul milanese o dovunque meglio si fosse creduto, tranne che sul territorio di Genova. I ministri di Francia e di Torino, clic lusingavansi di poter indurre con questo congresso la repubblica veneziana alle intenzioni loro, mendicarono pretesti onde protrarre ad altro tempo la decisione dell’ argomento ; e tra i pretesti vi fecero primeggiare quello dell’ inverno vicino. Ma 1’ ambasciatore veneziano tenne fermo, perchè si deliberasse qualche cosa in proposito : perciò fu risolto, che prima di ogni altra cosa prelende-rebbesi a mano armata la restituzione della Valtellina. ISon perciò il duca di Savoja deviò dal suo progetto: egli pose accordo secretamente con la Francia di differire al seguente anno la conquista di Genova. I francesi adunque invasero la Valtellina e vi scacciarono da Pietramala, da Tirano, da Sondria e da Morbegno le truppe del