ANNO 1618. 101 perciò quelle anco del clero : in somma il malcontento era divenuto universale (1). Primo a menarne pubbliche lamenlanze fu il duca di Vielri, vecchione nonagenario, il quale sosteneva il carico di ministro di guerra, nominato dagli spagnuoli Scrivano della radon. Egli disse, che non essendo il re in guerra con nessuna potenza del mondo, non era conveniente che il regno napoletano fosse oppresso da sì grande numero di soldati. Per le quali parole offeso il viceré, non ebbe riguardo a scagliarsi con gravi rimproveri sopra il saggio ministro : ma questi non si tenne dal rispondergli : * Vostra Ec-» cellenza, come capitano generale e viceré di questo reame, può » comandarmi ciò che le piace, ma non può impedire che io non » sia e non resti Fabrizio di Sangro, duca di Vietri, da seltanta-» due anni servo di Sua Maestà nei più importanti carichi, valente » per onore e per fedeltà al pari di qualunque altro. » Punto vieppiù per questa risposta il duca di Ossuna, lo fece citare in giudizio per avergli dello ingiuria. Il duca di Vielri si ritirò in un monastero: ma questo incidente aizzò vieppiù la rabbia della nobiltà, già da lungo tempo irritata contro il viceré, e la fece scoppiare in aperte dichiarazioni di opposizioni. Tuttociò raccoglisi da varii dispacci deir ambasciatore veneziano Gasparo Spinelli. Nel sistema del gabinetto spagnuolo, il clero particolarmente claustrale ha molta influenza nei pubblici affari, allorché si tratti di protezione largita a persone perseguitate ; perchè col facile accesso che hanno eglino alla corte portano senza riguardi o doppiezza adulalrici ogni più grave querela sino alle orecchie del re. Perciò la nobiltà e il popolo di Napoli nell’ottobre del 1618 mandarono al re di Spagna il frale cappuccino Lorenzo da Brindisi, (i) In un rass. della Magliabecchiana duto ogni rispetto verso Dio e verso il re, di Firenze (Clas. XXX), intitolalo: El « traltandose de la destruction deste reyno miserabile y peligroso estado, en que se » causa da por la libertari, que lienen los Italia la ciudad de Napoles, leggonsi le « soldados que no avia reparo ni orden gravissime lagnanze, perciocché s’cra per- « alguno. »