130 Libro xxxViu, capo V. senato; documento, che perciò appunto merita d’esiere in quèité mie pagine inserito (I). • Ser.”“ Prencipe » Iddio ha chiamato dalle fatiche di questo mondo al ripose» » del Paradiso il suo fedele servo et mitì dilettiss. M.'° Paolo et a • me che col prezzo della mia vita haverei voluto essere a V. Ser.*‘ » nuncio del suo meglioramento et sanità, conviene esserlo della » sua morte; morie per me lultuosiss.* et colpo il più fiero et gra-» ve, che in vita habbi ancora provato. Ma per lui felicissima, ■ perchè è stala la corona delle altioni della sua vita. Vivendo fu » sempre a tulli noi et a tutta la Religione de’ Servi un’ Idea di » quelle eccellenti virtù, che posson’ adornar Un anima Christiana • et renderla grata a Dio, et in mòrte ci è stato ammaestramento » di costanza et di quel perfètto rassegnamento in Dio che debbé » haver un vero servo di sua divina Maestà. Le sue ultime aliioni • in numero molle et in vera pielà ammirabili non si ponno espri-» mere dalla mia lingua interprete d’ un’ animo confuso dal trava-» glio, et oppresso dal dolore. Dirò questo, eh’ è morto feliciss.” • perchè ha ottenuto quello, in che erano uniti li suoi desiderij, » studij, fatiche et pensieri, cioè moriré nel servitio el per il ser-» vitio di V. Ser.’* : et se è vero quello che communemente si • suole dire, che la morte smaschera la vita, perchè in tutte lé » altioni humane o per arie o per interesse vi possa cadere qual-» che simulatione o filtione, ma la morte levi tutte le fìntioni et • mostri nudamente quale fosse cadauno, feliciss.0 il mio caro M." » che con dui tratti soli nella sua morte ha rapresentata l’imagine » della sua vita, et un perfetliss.” ritratto di quella soda Pietà, • che dallo Spirilo S." viene commandata: Honora Deum el Prin-» cipem : Perciocché quanto fermamente fosse colla sua mente (i) Àrch. gecr. della Cancell durale; nella filza num. 44- Deliibra- ztoixi, 1622 (more veneto).