anno 1651. 545 anco preso parte al combattimento, egli si avventò contro uno dei primarii legni barbareschi e se ne impadronì. Sull’ esempio di luì tutte le altre galere e galeazze veneziane, affrontarono da tutti i lati il nemico moltiplicandone lo sterminio. La rotta diventò irreparabile e totale. Quattro vascelli turchi furono presi ; cinque rimasero preda delle fiamme e tra questi il vascello ammiraglio ; altri perirono fracassati negli scogli. Il più ostinato ad arrendersi era il rinnegato Mustafà, contro cui combatteva Francesco Morosini : la maggior fiducia di costui stava collocata nella buona costruzione del suo vascello, eli’ era della portata di sessanta cannoni di bronzo : ma di mano in mano che andava scemando la sua speranza, raddoppiavasi la sua ostinazione a resistere. Tre galere veneziane corsero ad assistenza del Morosini; le sue ciurme abbordarono il vascello, vennero all’arrambaggio, ne posero a fil di spada i difensori: Mustalà non potè più a lungo sostenersi, fu costretto a cedere e fu posto in ferri. Altri sei vascelli furono presi mentre fuggivano; e se la notte non fòsse sopravvenuta, neppur uno se ne sarebbe salvato. Non fu possibile calcolare il numero dei morti dalla parte dei turchi : i prigionieri furono intorno a due mille. Molli si salvarono a nuoto. Intorno a tre mila presero terra nell’ isola di Nicsia : ma Giuseppe Morosini con molte milizie vi sbarcò e gl’ inseguì; ne raggiunse un eentinajo e costrinse gli altri a capitolare. E la capitolazione conteneva il patto, che, inviati sopra saiche a Scolanova, non militerebbero più per quella campagna : per l’esecuzione del qual patio lasciarono quattro ostaggi in mano dei veneziani. In questa vittoria il bottino fu immenso, essendo uso dei comandanti turchi portar seco in nave tutte le loro ricchezze. Andò questo diviso tra le ciurme e le milizie: i prigionieri e le artiglierie furono per lo stato. I comandanti veneziani mandarono a Venezia in segno della vittoria tre dei migliori vascelli tolti al nemico, armati ciascuno di sessanta cannoni di bronzo : questi con più profitto poterono servire contro chi gli aveva fabbricati. Vi fu inandato anche il rinnegalo Muslafà, il quale finì la sua vita miseramente nel carcere. vol. x. . 44