>98 . gustare lo spettacolo; quel nimico lampione vi si frappone, e, a non averne inoltre allucinate le pupille, o dovete farvi ad ognora il solecchio colle mani, o nascondervi dietro al fazzoletto, cambiandovi ad ogni istante di posto col capo a non perdere i personaggi di vista. Chi si ritrova egualmente nei palchetti dei lati ha da combattere con quell’ inciampo, c con quelle fiammelle che gli cavano gli occhi, se vuole mirare nei palchi che a lui corrispondono, e che rimangono dietro al volume di quello nascosti. La luce del palco scenico per rispetto agli spettatori è sempre povera, e le pitture di poco risalto, dacché le pupille ristrette dalla luce delle fiamme del lampione, non sono più suscettive a raccoglier tutta quella che emana dal palco scenico. E per parlare più specialmente del nostro della Fenice, quelle gocce funeste, che a quando a quando piovevano dalla macchina, e sorprendeano inaspettate come una disgrazia, coloro che il malvagio destino guidava sott’ esso; quel vedere ad una ad una morire le faci, senza che I’ arte vi potesse recare pur un riparo, con vera sciagura dell’odorato; quel fumo che in poco d’ora mandava a male 1’ opera dei più diligenti pennelli, lutto ciò non vendeva egli assai caro il piacere di pascere gli sguardi su per le logge?