\k LIBRO XXXVII, CAPO II. • Da una settimana in qua ho sentito che correvano per la » città alcune voci, et un certo sussurro di cose, a che da princi-» pio non posi mente, et non feci alcun caso, sapendo, che ima-» ginabilmente in tali propositi non aveva che far pur d’ un pelo » né io, né il re, nè alcuno de’ suoi ministri, nè di ciò alle mie » orecchie è venula alcuna notizia, se non delle voci del volgo. » Quello che sia io non so; ma credo certo che la Ser.'4 V. abbia » conosciuto et rimanga sicura della mia ingenuità, o almeno la » potrà col lempo facilmente conoscere, et che in propositi di na-» tura così vergognose, et contrarie ad ogni pietà cristiana, che » non è possibile che alcun uomo nè buono, nè savio v’interessas-» se mai ne anche il pensiero, et poi ben si conosce l’animo et la » bontà della M.a S. così alieno, et ripugnante da simili stranezze, » che se io avessi pensato mai di rappresentarle cose tali, al sicu-» ro me nc sarebbe venuta una gravissima correttione. Et che li » ministri volessero intraprendere da se negocii di questa natura, » non è possibile ne anche imaginárselo: perchè se ben nelle cose » ordinarie dove si tratta della esecutione degli ordini vi può es-» sere alle volle qualche disparità dall'opinione del re a quella dei » ministri, che portano in lungo qualche esecutione, siccome, chi » conosce l’uso del nostro proceder ordinario non se ne deve mali ravigliare, convenendo massime ne’luoghi lontani, che li mini-» stri grandi, et anche li piccioli abbino questa autorità di rescrì-» vere, et diferire secondo l’occorrenze, chi per un rispètto chi » per un altro gli ordini di S. M.à : così nelle cose grandi è cosa » certa, che li ministri non si movono mai, come non conviene, » ex proprio capite. — » Mio padre si ritrovò a tempo del re passato nel carico ge-» nerale d’ una provincia, fece metter prigione un signor d’ un » Castello, eh’ era Baron principale et di qualità, questi avendo » favori alla corte fece spedir commissioni di esser liberalo, con » tuttociò mio padre benché ricevesse quattro et b ordini non vol-» se mai liberarlo, perchè così giudicava servilio del re, et portò