anno 1643. 229 nc fecero padroni e lo lasciarono in preda al fuoco, che nel fervore del combattimento s’era appiccato. Ai confini di Loreo il provveditore Nicolò Dolfin sorprese di notte il forte delle Bocchette, e ne scacciò i papalini : le torri dell’Abate e di Goro si resero alle guardie del forte veneziano, che nominavasi la Forca: Aviano similmente si rese alle armi del Dolfin e scacciò il presidio pontificio, che vi stava. Passò egli allora di là dell’ altro ramo del Po, ne devastò le terre; pose in fuga due compagnie di cavalleria, eh’ erano a quartiere in Cologna; assali Codegoro, ove seicento fanti e ducenlo cavalli si preparavano a ricuperare Ariano ; e qui divenne così sanguinosa la zuffa, quando le milizie albanesi, ch’erano al servizio della repubblica, videro cadere taluno dei loro capi, eh’ elleno, entrate impetuosamente nel borgo, vi tagliarono a pezzi senza pietà gli abitanti egualmente che i soldati, e in fine vi appiccarono il fuoco e lo distrussero intieramente. D’ allronde sul modenese, il cardinale Antonio, approfittando della tardanza dei collegati, spinse innanzi alcuni corpi di fanteria sostenuti da alquanti cavalli ; in tutlo mille di questi ed altrettanti di quelli ; ed occupò Spilimberto, Vignola, San Cesareo, luoghi aperti, e faceva mostra di volersi impadronire di Sassuolo e d’inoltrarsi nella montagna. Le truppe dei collegati, condotte dal provveditore Cornaro, lo accompagnavano di fianco, a poca distanza sperando di trarlo a battaglia. Ma in vano : egli sempre cercò di evitarla. I collegati risolsero allora di assalire con un distaccamento di alquante truppe Crevalcuore, buona terra del ferrarese : ma il cardinale accorsovi in ajuto ne mandò a vuoto l’impresa : i veneziani anzi n’ ebbero danno, pochissimo n’ ebbero i pontifizi. A rendere più perigliosa la condizione dei Barberini, il granduca di Toscana mosse anch’egli le sue truppe verso le frontiere pontificie dalla parte di San Casciano : a cui un corpo di cinque in sei mila soldati opposero quelli tra Pitigliano e Sorano. I toscani proseguirono la loro marcia ed attaccarono Città della Pieve, che fu tosto abbandonata da mille papalini che presidiavanla : corsero sino