ANNO 1618. 7 così narrando (1): • Tra questi principalmente 1’ Ossuna inviò un » tale Giacques Pierre, francese di Normandia, corsaro di profes-» sionc, di spirilo grande, ma nodrito nel male, capace d’ ogni » sceleralezza. Costui, finti coll’ Ossuna disgusti, mostrò di voler » vendicarsi passando al servizio della repubblica, e con facilità » vi fu accolto con un compagno chiamalo Langlad, perito de’fuo-» chi ; sebbene Simeone Contarmi, allora ambasciatore in Roma, » uomo di profonda prudenza, avvertisse che poteva del viceré » esservi qualche insidia nascosta. Ma 1’ Ossuna, per levar ogni » dubbio, mostrandone sdegno, faceva custodire la moglie del » Pierre; e con lettere finte proponendogli gran premii lo richia-» mava al servizio. Egli aU'inconlro per tenersi accetto in Vene- • zia mostrava le lettere stesse, proponeva molte cose speciose, » simulava di propalar i disegni del viceré, suggerire i mezzi per » contraporsi. Conciliatasi pertanto gran confidenza, s’introdusse » col Langlad nell’ arsenale ad esercitar la sua arte. In occulto » teneva poi con la Queva congressi c di continuo secretamente » passavano a Napoli corrieri e spie. Avevano alle loro prave in-» tenzioni aggregato Nicolò Rinaldi, Carlo e Giovanni Borleò, Lo-» renzo Nolo, Roberto Revelido, Vicenzo Roberti, il capitan Tor-» none, che aveva in servizio dei veneziani una compagnia di sol-» dati, ed alcuni altri, parte borgognoni, il resto francesi. Passava » il concerto, che sotto un inglese, chiamato Ilaillot, 1’ Ossuna » spingesse alcuni bergamini e barche capaci d’ entrare nei porti » e canali de’ quali avevano per tutto preso la misura e il fondo ; » dovevano poi seguitare più grossi vascelli per gittar 1’ ancore » nelle spiagge del Friuli, sotto il calor de’quali e nella confusione » che i primi erano per apportare nel popolo, i congiurati si ave-» vano divisi gli uffizi : il Langlad di dar fuoco nell’ arsenale, altri » 'in più parti della città, alcuni di pettardare la zecca, prender i » posti principali, trucidare i più cospicui soggetti, dei quali ormai (i) Historia della Repubblica veneta, pag. 156.