410 LIBRO XL, CAPO XLVI. soccorsi a Malvasia, di’ era in frattanto assalila dal provveditore Morosini. I)’ accordo in fatti coi maltesi s’era egli accinto ad assediare questa piazza, importantissima perciò clic i turchi vi facevano scala per portare i loro soccorsi alla Canea. Sta Malvasia sopra una punta della Morea, a sopravvento di Candia. Staccata dal continente, vi è unita per mezzo di un ponte, sicché doppiamente riesce assicurata e per terra e per mare contro qualunque impresa nemica. I veneziani si lusingarono di occuparla facilmente, chiudendole con le navi i soccorsi dalla parte del mare, e privandola di quelli di terra col tagliarne il ponte. Non tutti però i capitani acconsentivano a questa impresa : ne calcolavano le varie difficoltà, ne temevano i conseguenti pericoli, tanto più che il Morosini mancava dell’occorrente per intraprenderne un attacco regolare. Tuttavia egli volle insistere ed accin-gervisi, sperando di poterla vincere per la fame. Tostoché il visir n’ebbe notizia, mandò due pascià con buon numero di truppe a tentarne la liberazione : ma la troppa lontananza del luogo non permetteva, clic queste vi arrivassero sì presto. Mustafà, a cui non erano rimaste che quaranta sole galere, non poteva mettersi alla vela a tentarne la difesa dalla parte del mare, perché la distruzione dei forni ed il saccheggio dei magazzini di Volo avcvangli tolto persino la possibilità di provvigionarsi di pane. Né d altronde poteva uscire dal porto di Foschia, perché Lazzaro Mocenigo ve lo teneva bloccato, ed avcvagli anzi preparato 1’ estremo eccidio, essendosi posto alquanto al largo, onde lasciargli libera 1’ uscita, per poi costringerlo a decisivo combattimento. In queste posizioni rimasero le varie divisioni militari dell’ una parte e dell’altra sino al sopravvenir dell’ ottobre. I venti allora, che molesti incominciarono a soffiare in quei mari, costrinsero i veneziani a cercare il riposo invernale nel porlo di Candia, cd a lasciare libero a Mustafà pascià il tragitto per Costantinopoli. Ed in tal guisa finirono anche nel 1055 le militari imprese,con tanto danno dei turchi, con tanta gloria dei veneziani.