516 LIBRO XL, CAPO XVIII. » forza, e se han essi sapulo reggersi contra l’invidia di tutta l’Eu-» ropa, hanno anche potuto più volte reprimere l’orgoglio de' bar-» bari. Quant’ imperi vedenn» crollati ed abbattuti da minori potenze! » Ha le sue armi il caso ; la fortuna i suoi colpi ; gli accidenti s’ar-» rogano grandissima parte, dove particolarmente o mutandosi do-» minante ha luogo la sorte, o sussistendo su la violenza gl’ imperii, » tiene autorità la natura. Io per me giurerei, che non sia lontana la » catastrofe degli ottomani, perchè un comando, che ha per intelli-» genza l’arbitrio di un solo e per fondamento l’esercizio delle armi, » non può reggersi nell’ ozio dall’ inerzia del comandante. Ma tutto » manchi : non mancherà Iddio, che se sempre giusto farà prevalere » alle forze la causa. Quest’ è il mio senso. Non ho tacciuto la ve-» rità, ho additato il pericolo, ho preveduto i danni, ho scoperto le » insidie : resta che si deliberi con generosità e con prudenza, os-» servandosi dal mondo con maggior attenzione e terrore i decreti » del senato, che gli eventi delle armi. » Il discorso del Gussoni aveva riscosso l’ammirazione del senato, non già 1’ adesione : ma la veemenza delle parole schiette del Pesaro aveva scosso gli animi grandemente. Altri soltentrarono a parlare, chi nel senso del primo, chi nelle intenzioni del secondo, aggiungendo ciascuno nuovi argomenti ai già recati dagli altri. Perciò la disputa diventò calda a segno, che, venuti ai voti, se ne trovarono tanti di non sinceri, ossia di dubbii, che il decreto rimase pendente. I più opinavano, che si aspettasse il terminare della stagione per vedere a qual parte piegasse l’esito delle cose ; imperciocché, dicevano, se Candia fosse caduta, a che giovava esibirla? e se fosse rimasta forte a resistere, non conveniva cederla vilmente. E l’opinione di questi determinò il senato a non precipitare le mosse in un argomento di si grande importanza.