an.no 1657. 443 » il decoro, vi chiede una cosa grande, acciocché gli e nc conee-» diate una minore. Credo, che il visir voglia la pace, né io niego, » che s’ apra 1’ animo alle proposte : ma reputo, che costantemente » deliberandosi di non mai cedere Camlia, sia bene qualche altro » parlilo proporsi, con cui, salvo il fasto degli ottomani, c la nostra » salute, habbia da stabilirsi la quiete. Gran consiglio io potrei pon-» derare sopra le proposilioni del visir ; ma non voglio smarrirmi » tra 1’ombre del tempo presente e le tenebre dell’avvenire. Chi » può credere il visir persuaso d’ eslorquere da noi piazza tanto » stimata, s’ egli stesso abbandona il pensiero di poter espugnarla ? » Dove sono i preparamenti e le armate, con le quali disponga di » traghettare in Candia potentissimo esercito, se ogni volta battute, » non ardiscono più di comparire su I mare se non fuggitive? E noi » in tale stato di cose, confessandoci vinti da sole minaccie e per-» dendo la laude et il prezzo di tanti pericoli e di tante fatiche, por-» teremo a’suoi piedi le difese del Mediterraneo e le chiavi d’Italia? » Guardimi Dio da (ali pensieri, e che i nostri consigli riescano più » funesti degli accidenti della stessa fortuna. Troppo caro compre-» ressimo la vergogna et il danno. Ma che giova spargere ogni » giorno il sangue e consumar i tesori, se sbigottiti da un cenno di » fiero nemico volemo cedere ciò, eh’ egli per ambitione pretende ? » Ma che a noi importa il dominio e la gloria? E se agli stali do-» vevano preferirsi le forze, perchè non ha voluto il Senato pruden-» te, risparmiando le spese et i travagli, assentire il primo giorno » a’ cenni superbi ed alle voglie sfrenate del morto re ? Non fia mai » vero, che debolmente si rinuntii la dominatione di un regno sì » forte, irrigato dal nostro sangue et il possesso d’una città sì cara, » dove ne’tempii dei vero cullo sono venerate le ceneri sante dei » martiri, le immagini sagre de'numi ; el olire ciò vi sono i scpol-» chri de’ nostri maggiori, et in ogni parte inscritti i nomi, appese » le insegne, le memorie di noi medesimi. Alla difesa della Religione » invoco Dio et imploro il cielo. A quella della Patria, di Candia, » dello Stato, eccito voi, Padri ottimi. E dove più scorrerebbero le