9a na un ¡stante, nè sa più nulla delle cose di questo mondo che gli si agita abbasso. Conchiudendo adunque, certo ad ogni galantuomo è lecito e onesto associarsi o disaso-ciarsi, alle gazzette, secondo gli detta la vo^ia, il piacere, o il capriccio, nè noi non tiriamo pel tabarro nessuno; chi non ha rimorso a far male, può anche, senza rimorso, essere altrui per opera de’proprii consìgli cagione di danno, e ciò pure, se non è troppo cristiano, sta psrò dentro a’termini delle cose possibili e naturali; poiché ognuno ha suo libero arbitrio e può mettersi per quella via, per cui si sente meglio inclinato; ma scrivere una lettera del tenore di quella che sopra si legge ; spedimela aperta stn-z’affidarla nè meno alla discrezion d’ un suggel- lo ; darsi la briga, il disturbo, il fastidio di rtn-derne tutte quelle belle ragioni, per l’unico kn-pulso, e la secreta sodisfazione di far da lungi alto villano agl’ ignoti ed assenti, sfogando cosi il suo mal umor per corriere, e facendone depositaria la posta; credere d’annunziarne una grave sventura, per cui avessimo a versare torrenti di lagrime, con la notizia della perdita di sì gentile associato, che ne ritira l’iumenso aiuto delle sue quarantadue lire, se le ha mai nè meno pagate; questo è pensiero di tal cortesia e compiacenza sì bella, sì nobile, sì jloriosa,