264 LIBRO XL, CAPO Vili. che il re di Francia mandava ambasciatore straordinario a Costantinopoli, in sul principio dell’ anno 1646, il signor di Varenne, e col mezzo di lui inviò lettere al sultano ed al gran visir, nelle quali diceva, che, non avendo dato la repubblica alla sublime porta verun motivo di lamento, era essa quanto dolente altrettanto maravigliata di vedersi assalita contro i sacri giuramenti dei trattati ; e eh’ essa, nella lealtà del sultano e nella saviezza de’ suoi ministri poneva ogni fiducia, che ov’ egli voglia informarsi a fondo dello stato delle cose, non troverà immeritevoli i veneziani di essere di bel nuovo ammessi alla sua amicizia. Consimili uffizi doveva fare al sultano ed al mini-siero anche 1’ ambasciatore stesso a nome del suo sovrano : anzi, perciocché il bailo della repubblica era trattenuto tuttavia prigioniero nella sua casa, presentò egli nella prima udienza le lettere del senato. Ma il gran visir gli fece intendere, che le voci della ragione e della giustizia non avevano potere alcuno sull’ animo d’Ibraim, e che perciò nessuno avrebbe potuto avere il coraggio di presentargli proposizioni di pace, quando non fosse primissima e fondamentale condizione la cessione del regno di Candia ed il rimborso di tutte le spese della guerra; ed aggiunse, che d’ altronde non basterebbero torrenti di sangue e di oro per calmarne lo sdegno. CAPO Vili. Provvedimenti per sostenere le spese della guerra. Riuscite vane e le lettere alla corte di Costantinopoli, e gli uffizi presso le cristiane potenze, la repubblica di Venezia si trovò sola e ridotta a non più sperare salute che nelle proprie sue forze. Perciò fu d’uopo ricorrere a straordinarii mezzi per procurare denaro, con cui far fronte alle infinite spese, che ne venivano di conseguenza, ed allestire armate e provvedimenti proporzionati alla immensità del bisogno. Nè furono tardi i cittadini ad accorrere con ogni loro assistenza' ad ogni invito per lo sostegno della patria. Prontissimi infatti,