anno 1631. 199 » esulteranno del nostro pianto, sovrasteranno alla nostra debolezza, » e i nostri petti, non più riscaldati col sangue di tanti prodi, deboli » scudi diverranno per opporsi ai progressi dei loro attentati? Ver- * gine Madre, se nel tuo nome venne fondata questa patria, se i » nostri cuori furono sempre a te devoti, se tante prove ci desti di » patrocinio, di protezione, deh ! esaudisci le nostre preci, ricevi le » supplicazioni di un popolo sofferente. Siamo peccatori, è vero, e » perciò a Te ricorriamo, come a nostro rifugio : prega per noi il » divin tuo figliuolo, faccia salvi gli eletti suoi, scacci, allontani, an-» nichili, estirpi la tremenda lue, che contamina le nostre vene, che » miete tante vite, che desola i servi tuoi : al lampo benefico della » tua grazia 1’ anima nostra commossa intuonerà 1’ inno di laudazio-» ne, e col coro de’ celesti confesseremo le glorie tue ed il santo » nome di Dio. Ricevi 1’ umile offerta di un tempio, sulle vaste pa-» reti del quale vogliamo che i secoli avvenire scorgano impressi i » tratti della nostra religione, e dove i successori nostri ed i posteri » perpetuamente tributeranno annui rendimenti di grazie a Te au- * siliatrice ed avvocata di questa repubblica. » Alle parole del doge facevano eco le voci supplichevole e le copiose lagrime del popolo, dei patrizi, dei magistrati ; e sebbene il morbo, anziché scemare infierisse in modo maraviglioso ed orrendo, tuttavia il senato faceva le opportune disposizioni per incominciare il votivo edifizio. Tre ragguardevoli personaggi furono scelti per averne cura dell’ esecuzione : Simone Contarini e Gerolamo Soranzo, cavalieri e procuratori di san Marco, e Marco Molin. Scelsero questi uno spazio di terreno presso la punta della dogana di mare, nella contrada di san Gregorio, colà dove stava la chiesa e 1* ospizio della Trinità dei cavalieri teutonici. La mattina del dì 23 marzo 1631 era stata stabilita per collocarne la prima pietra ; acciocché in quel giorno, in cui ebbe principio sotto gli auspizi di Maria la nostra città, avesse anche a commemorarsi il principio della conseguita sanità ; ma la funzione non si potè effettuare per grave indisposizione del doge, che doveva in principalità celebrarla. Essa invece ebbe luogo