258 LIBRO XL, CAPO V. CAPO V. Movimenti della folta veneziana. La caduta di Canea sparse lo spavento in Rettimo ed in Caiidia. Gli abitatori di Rettimo s’erano già levati a tumulto, e volevano darsi al nemico prima ancora che ne intimasse loro la resa. E lo avrebbero fatto se non vi fosse accorso sollecilameute il provveditore da Mula a confermarne gli animi nella devozione alla repubblica. Nel medesimo tempo il generale Cornaro corse alla capitale per dare coraggio agli spaventati cittadini, e per raccomandare al Capello la custodia di quel porto e la guardia della Suda. Nè agli ordini ricevuti stette questi fedele : imperciocché adducendo a pretesto la necessità di rinnovare i viveri c di far acqua, usci dalla Suda e condusse la sua squadra a Sittia, verso l’estremità occidentale dell’isola. Del che assicuratosi il capitan-pascià, mosse tosto a quella volta, intimando alla Suda una pronta resa, e cercando altresì di ridurne i rettori con larghe promesse e di ricompense e di favorevole capitolazione. Ministro di questo uffizio di seduzione fu quello stesso Jacopo Premarini, il quale essendo stato consegnato in ostaggio ai turchi nella capitolazione di Canea, era rimasto di poi al loro servigio. Ma i rettori e provveditori della Suda, Gerolamo Minoto e Michele Ma-lipiero, con generosa costanza, risposero di voler prima essere seppelliti sotto le rovine, che tradire la fede, 1’ onore e la patria : ne scacciarono a colpi di cannone la galera, che ne aveva condotto il messaggero, lo coprirono d’insulti e di villanie, e gli fecero intendere, che in ugual modo avrebbero trattato chiunque avesse avuto il coraggio di presentarsi a loro con inique proposte. Il grosso della flotta confederata erasi alla fine mossa dallo Zante. I veneziani, che avrebbero forse potuto recare un qualche soccorso all’ assediala Canea, avevano voluto aspettare colà 1’ unione delle altre squadre d’Italia : e di fallo ebbero la notizia della resa di quella