310 libro xl, capo xvih. i> è perduta, non abbiamo più quel degno motivo di continuar la » guerra ; e se resiste, serviamoci de’ favori del cielo per divertire » le maggiori disgrazie; anzi sia la stessa disgrazia prezzo della » quiete e termine de’ travagli. Se io mi persuadessi le nostre forze » bastanti a snidar dall’isola infelice quelle armi, che per legge, per » uso, e quel che importa più per potenza non sogliono mai ritirarsi; » se io stimassi esser noi assai robusti per istancare con lunga guerra » un’ imperio, che della guerra si nutre, e colle armi si accresce, non » sarei così nemico della gloria, che non lasciassi rapir il mio spirito » a secondar i più splendidi, benché forse men sicuri, consigli. Ma » questo è un mar fluttuante, dove agitati dalla necessità e dalle » disgrazie, le onde che ci sopravvengono sono maggiori e più pro-» cellose di quelle che abbiamo trascorso. Spedito un convoglio, » nuova squadra preparar ci conviene. Appena provveduto denaro, » altra somma più larga se ne richiede. Le provincie straniere sono » stanche di somministrarci le vite ed il sangue de' popoli ; le nostre » non hanno tanto polso di fornir presidii alle piazze, genti al remo, » alimento e paghe agli eserciti. Vorremo dunque tutto perder, per » non ceder un punto ? e per non abbandonar una parte remota, » attenderemo, che il male arrivi al cuore della repubblica? Questo » recesso fedele della terra e del mare, dove ha la natura consecralo » l’asilo alla quiete, alla religione, alla libertà, diverrà dunque la » frontiera de" barbari ? No, padri. Si recida pure quel membro fra-» cido, che a tutto il corpo minaccia corruzione e sepolcro. I nostri » maggiori amarono meglio restar in piedi con valide forze e donar » qualche parte lontana, non che abbandonar le speranze di ricupe-» rare il perduto. Si può cedere senza biasimo qualche cosa al ne-» mico, a cui non si può resistere senza pericolo. Non c’ è maggior » miseria di quella, eh’ è l’ultima delle miserie. Pensiamo bene ai » nostri casi. I turchi ci han assalito con aperta guerra ; altri forse » c’insidiano con oggetti occulti. Lo splendor, che vestiva la felici-» tà, la grandezza, la pace della repubblica, ha suscitato in alcuni » V ambizione ed in altri l’invidia. Io non so ciò, che si mediti nei