anno 1629. 177 della repubblica. Perciò il senato vi fece introdurre nuove milizie ed abbondanti provigioni; ne ristaurò a proprie spese le fortificazioni; ne pagò col proprio denaro i presidii ; pensò persino al mantenimento della stessa corte del duca. Dalle milizie veneziane erano custoditi Marmirolo e Castiglione : il duca, per non distrarre in tante parti le forze, aveva lasciato in abbandono Curtatone e Montanara. Avvenivano di frequente sanguinosi scontri coi presidii alemanni di Castelluzzo, di Gazzuolo, di Borgoforte, di Governolo e di Goilo; ora con vantaggio di questi, ora di quelle. « Era pieno lutto il paese, dice • lo storico contemporaneo (1), d’ horrore e di stragi. La campagna » si desolava, s’espilavano i tempii, si trucidavano i popoli. D’alcune » terre gli habitanti, prese disperatamente l’armi, scacciarono i pre- • sidii nemici ; ma non tenendo per difendersi uguale all’ impazienza » la forza, pagarono miseramente con fuoco e sangue la pena ; in » particolare la Volta, terra grossa ; provò il castigo così barbaro e » fiero, che non vi fu sorte di crudeltà pretermessa, » Intanto il cardinale di Richelieu, giunto colla sua armala presso ad Embrum, ne aveva fatto domandare al duca di Savoja il passaggio, avevagli fatto chiedere viveri e la facoltà eziandio di unire le truppe di lui all’ armata francese, Ma Carlo Emmanuele, eh’ erasi intiepidito ne’ primi suoi sentimenti, un poco per diffidenza e un poco per mala volontà, cercava invece ogni modo per ritardare il cammino di quell’esercito. Adduceva pretesti, or sulla difficoltà di scegliere la via più opportuna, ora sul modo di approvigionare cotante genti. Ma il cardinale, stanco ormai di sì lungo temporeggiare, troncò tutte le difficoltà, e proseguì il viaggio. Allora fu, che si accorse delle male intenzioni del duca di Savoja, vedendolo costeggiare egli stesso, alla testa di numerosa armata, le mosse di lui. Si fermò a Casoletto, e manifestò al duca il suo dispiacere per un siffatto contegno, tanto più che affettava scarsezza di viveri e ne somministrava con assai tenue misura e pareva in somma propenso più a molestarlo che non a (i) Nani, tib. Vili. VOL. X. 23