anno 16t>5. 363 prigionieri di guerra quanti vi erano abitanti e soldati, per mandarli a Costantinopoli trionfalmente : in fine demolì la fortezza. Dopo la quale unica impresa, Mehemet pascià fece ritorno a Costantinopoli a svernare con la sua flotta, senza che nel viaggio incontrasse opposizione o molestia. La flotta veneziana, occupata ad esigere contribuzioni dalle isole dell’ Arcipelago ed a smantellare presso a Malvasia un forte, d’ onde i turchi proteggevano i soccorsi destinati per la Canea, non fu a tempo d’impedirgli l’ingresso nel canale dello Stretto. La quale inavvertenza dispiacque tanto in Venezia, che malgrado i meriti che s’ era guadagnati il Foscolo col suo valore in addietro, fu decretato di richiamarlo dal comando e dargli sostituzione. Gli fu sostituito il Mocenigo, che tanto merito s’era guadagnato negli anni precedenti. CAPO XL1. Vertenze dei veneziani con la corte di Roma. Nel tempo che la repubblica di Venezia era occupata nei gravissimi affari di questa guerra contro gl’ infedeli, insorse motivo di disgusto col pontefice Innocenzo X per la nomina dei vescovi e dei prelati ai benefìzii vacanti nello stato veneziano. Queste nomine, nei secoli addietro, erano sempre derivate dal senato, il quale poi ne presentava al papa eletto, per averne la conferma, come si pratica sino al giorno d’ oggi da quasi tutti i sovrani cattolici : ma quando incominciarono le riserve papali, avvenne più volte, che il papa ne nominasse i soggetti e li mandasse alle sedi per cui erano destinati. Dispiaceva al senato questa lesione delle antichissime sue prerogative: perciò non di rado ne faceva reclami e proteste. A poco a poco la cosa erasi ridotta, che il senato, costretto dalle circostanze a dissimulare questa lesione della sua indipendenza, erasi contentato di esigere, che la proposizione dei soggetti fosse fatta nel concistoro dai cardinali della nazione. Vacavano di presente quattro vescovati, ed il papa