212 LIBRO XXXIX, CAPO V. colpevole di avere introdotto in Ancona, nel tempo che infieriva la peste, alcune mercanzie di una barca veneziana sospetta di contagio. Le quali mercanzie eremo bensì state introdotte, ma con la permissione di quel magistrato sanitario. Per lo che vieppiù irritato il senato, raddoppiò le sue raccomandazioni all’ ambasciatore francese per ottenerne risarcimento. Fu convenuto infatti, che la sentenza sarebbe rivocata, che Michele Oberti ritornerebbe in Ancona, che gli sarebbero restituiti tutti i suoi mobili, e le sue carte : il senato d’altronde faceva intendere, che 1’ Oberti sarebbe richiamato ben presto e che un altro console vi sarebbe spedito in sua vece. Ma, nell’ atto di porre ad effetto 1’ accordo, Michele Oberti morì : perciò il senato gli surrogò un suo fratello. Giunto appena il nuovo console in Ancona, il governatore lo fece subito imprigionare ; poi lo scacciò, minacciandolo di ancor più gravi castighi, ove osasse di ritornarvi. Queste cose fecero chiaro, che il governatore operava così non per avversione contro Michele Oberti, ma per disprezzo verso 1’ autorità consolare : 1’ offesa quindi era fatta al governo. Se ne lagnò gravemente il senato, ma più gravemente se ne lagnò col papa 1’ ambasciatore francese, a cui la santità sua aveva promesso, che il console vi sarebbe stato accolto onorevolmente. Urbano Vili cercava di temporeggiare a concedere il risarcimento dovuto alla repubblica : ma il senato che non voleva tollerare più a lungo l’insulto, negò le udienze al nunzio apostolico in Venezia, e proibì all’ambasciatore suo residente in Roma di presentarsi al pontefice. Rimase indeciso quest’ affare sino al declinare dell’anno 1635. Fu riposto finalmente nel suo uffizio il console veneziano, e la buona intelligenza tra le due potenze fu ben tosto ripristinata. Ma per breve tempo. Imperciocché mentre si trattava della conchiusione altresì delle vertenze sul proposito dei confini ; il pontefice non so perchè, nè da chi stimolato, fece togliere dalla così detta sala regia del Vaticano, ove davasi udienza agli ambasciatori, 1’ iscrizione, che commemorava 1’ assistenza prestata dai veneziani al pontefice Alessandro III contro l’imperatore Federigo Barbarossa, la vittoria navale