anno 16S8. 463 A circostanza integrante della sua trama occorreva 1’ apparenza di una lega con la repubblica di Venezia : ed infatti nel proporla ai veneziani, proponeva loro in compenso un sussidio per la guerra contro i turchi, una porzione del milanese tostocliè fosse conquistato, ed il possesso dei porti, che altre volle avevano posseduto, sul littorale della Puglia. Ed a queste offerte aggiungeva le più solenni promesse di considerevoli ajuti per la difesa di Candia. Fosse, che la perspicace accortezza del senato penetrasse nelle intenzioni del cardinale, ovvero fosse, che non volesse impicciarsi in una nuova guerra nel mentre ne sosteneva una si malagevole c gravosa, seppe con destrezza schermirsi dall’ insidiosa proposta, la quale, perciocché non era fatta che per apparenza, non ebbe alla fme verun successo. La funesta sventura della flotta veneziana in Levante aveva lasciato tempo ai turchi di uscire dallo Stretto. Francesco Morosini capitano generale crasi ritirato sotto l’isola di Cerigo, ed ivi aveva ricevuto dal senato un rinforzo di cinque galere : anche le squadre dell’ Italia erano andate a raggiungerlo colà. Questa volta il papa, mosso a compassione dei veneziani danneggiati per 1' avvenuto disastro, aveva cresciuto la squadra ausiliare sino a dodici galere e dieci vascelli. Il capitano generale rinforzato da questi ajuti voleva sorprendere la Canea: e questa impresa sarebbegli felicemente riuscita, se ne fosse stato custodito il secreto ; ma fuvvi chi lo tradì; e 1’ ammiraglio turco ebbe tempo di prevenirlo e di condurre in quel porto trenladue galere, ¡stizzito il Morosini per essergli andato a male il disegno, si presentò sotto alla Canea e sfidò a battaglia il nemico, il quale per altro ebbe la viltà, o forse la prudenza, di non compromettersi. Allora il Morosini separò la sua flotta in molte squadre per far crociera in ogni angolo dell’Arcipelago. Cussein pascià, contento di avere stornato i progetti del comandante veneziano, e lieto di avere approvigionato la Canea, ripigliò il solito giuoco degli ammiragli suoi antecessori, di fare, cioè, qualche inutile tentativo contro l’isola di Tino, c poscia di continuare il suo viaggio a Costantinopoli. Qui giunto fu accusalo di mala condotta nel maneggio della