98 LIBRO XXXVII, CAPO IV. insolenti risposte di quel governatore sulle precedenti trattazioni di pace. Perciò a Milano fu mandato il duca di Feria, ed a Venezia venne don Luis Bravo. Del che il Grilli ringraziò in modo particolare il re, dicendogli che « ciò avrebbe giovato sommali mente alla tranquillità della provincia. • Ed infatti, dopo questa mutazione di regi rappresentanti, ritornò la quiete e rifiorì il buon ordine in tutti gli stati della Lombardia. Tuttavolia non era estirpata per anco tutta la radice del male: il più vigoroso germoglio era in Napoli in don Pietro Giron d’Os-suna viceré di quelle proviucie. Né potè infatti 1’ ambasciatore veneziano giungere così presto al conseguimento del suo fine : lo potè per altro dopo alcuni mesi di sollecitazioni e di maneggi. Era il duca di Ossuna di una delle principali case della Castiglia, congiunto di sangue colle più potenti famiglie : era amicissimo del duca di Uzeda già soltentralo nel ministero della corte di Spagna. Dopo la caduta del proprio padre duca di Lerma, perseguitalo, come s’ è detto di sopra, dal confessore del re. La quale amicizia lo rendeva forte per guisa, che il Grilti non poteva sperare sostegno contro di lui nè presso il ministro nè presso il confessore, che sulla caduta del padre aveva fatto innalzare il figliuolo. Certo non sarebbe stata prudenza 1’ accingervisi : tuli’al più con-tentavasi a quando a quando di querelarsi delle molestie che ne soffriva la repubblica, parlandone al duca dell’ Infantado. Nè le sue querele gli fruttavano tampoco, perciocché non aveva da esso miglior risposta di questa : « Io non ne dubito punto ; ma io non » riferirò al re od all’Uzeda più di quello che fate voi. » Alla fine accadde, che ciò, eh’ egli non osava intraprendere cogli uffizi, lo maneggiasse col suo contegno lo stesso duca di Ossuna. Imperciocché continuava egli a tenersi in sull’ armi anche dopo di avere sperimentalo l’inutilità de’ suoi disegni. Ch’egli fosse complice, anzi primario agitatore, di conserva col marchese di Bedmar, della congiura ordita contro Venezia, non eravi luogo a dubitarne. I documenti da me recali in tutto questo libro ne