LIBRO XXXIX. Dalla peste di Venezia nel 1630, sino al principio della GUERRA DI CaNDIA. CAPO I. Origine e progressi del contagio in Venezia. I guasti, che la peste andava recando tra gli eserciti nei dintorni di Mantova, non tardarono a serpeggiare anche per altre città e terre dell’Italia, finché a poco a poco penetrò il funesto contagio a recarne di ancor più orrendi in Venezia, la quale centro allora di tanti rapporti, residenza di un governo sovrano, popolata da oltre a cen-cinquantamila abitanti, vide essa pure squallide e deserte le sue contrade, e provò tutto l’orrore del morbo, che in Italia infieriva (1). La perdita di Mantova diede occasione a trattative di pace. Quel duca spedì il marchese di Strigis'ambasciatore all’ imperatore Ferdinando II con ricchi doni, tra i quali commemorano le nostre cronache una cospicua trabacca ioiellata trapunta di perle. Erano in compagnia dell’ ambasciatore altre dieci persone ; ed erano don Fiorindo Arienti, Godino generale dell’infanteria, Annibaie servo del marchese, Giambattista Manenti, Vincenzo Forti e Francesco servo del (i) La Peste di Venezia fu descritta della cessazione di quel flagello. In questo con erudita dissertazione dal dotto nostro capo io mi valgo di essa, perchè la piùdili- archeologo Giovanni Casoni, e fu stampata gente che io conosca. Scrissero di questo 1' anno i83o in occasione, che celebravasi stesso argomeulo anche Michelangelo Rola: in Venezia centenaria commemorazione De peste veneta quacstiones, ed altri.