anno 1G45. 259 piazza il giorno dopo 1’ arrivo ili queste. Doppiamente ne rimasero rammaricati i comandanti, e per la perdita della cilli e per Io rossore della loro tardanza. Risolsero perciò di tentarne la riparazione col dirigersi sollecitamente incontro al nemico ed assalirlo ovunque egli fosse. Diressero adunque le prore verso Candia, e ne furono alle viste gli ultimi di agosto. Antonio Bernardo capitano del golfo ed il toscano Lodovico Verrazzani, che con alquante galere precedevano P armata per esplorare, videro la flotta turca disordinala e confusa tra l’impedimento di alquante navi da carico ; e riputando quello il momento opportunissimo di assalirla, ne diedero avviso ai generali: ma questi riputarono miglior consiglio di passare alla Suda per unirsi alle altre forze navali, e poi con esse tentare una piena battaglia. Cosi adunque si fece ; ed entrarono in quel porto il dì 4 settembre. Ma quale non fu la maraviglia di tutti, allorché venuti alla Suda, ne trovarno abbandonato il porto ; del che non altra scusa potevano immaginare, se non la confusione dei gravissimi avvenimenti e l’incertezza degli aspettati soccorsi. Affrettossi quindi a richiamare ben tosto i comandanti ; e vi si recarono al più presto : il Cornaro con quindici galere ed il Capello con diciassette vascelli. Ma per quanta sollecitudine abbiano cercalo di usare nell’ eseguire questi ordini, vi passò qualche giorno : per lo quale ritardo trovarono tempo i turchi ad imbarcare le loro truppe ed a trai* fuori di Canea le galere, per prepararsi al conflitto. L’ armata dei cristiani consisteva in sessantuna galera, quattro galeazze, trenlasei navi, olire a dieci galeotte ed altri legni minori. Si tenne consiglio di guerra per deliberare sulle operazioni da farsi. I veneziani proponevano di dare subito 1’ assalto alla flotta nemica : ma i capitani delle altre nazioni opponevano frivoli pretesli ; chi la disparità delle forze, chi la stagione inoltrata di troppo, chi allrc scuse di simil genere, per non venire alle mani. Insistevano i veneziani, e con essi anche il Verrazzani, che comandava le galere del granduca di Toscana ; c dimostravano che 1’ uscire al combattimento era 1’ andar incontro alla vittoria, perchè i turchi, terribili