anno 1625. 155 » l’Italia chi sorrida alle nostre speranze, se non il duca di Savoja. » Siamo dunque alla necessità di rimanere aderenti alla Francia ; » benché anche questo partito non sia circondato da pericoli. Essa » è la sola potenza oggidì, che possa bilanciare il potere dell’Aulì stria: ci è forza dunque il dissimulare con lei. Non ci trattenga » perciò la voce, che si va spargendo, che la Francia e la Spagna » siansi collegale col disegno di opprimere tutti i deboli stati. V’ha » tra loro troppo grande opposizione d’interessi, perchè possano » di conserva concorrere a far cambiare lutto il sistema politico » dell’Europa. A chi non conosce l’interesse dei principi, sembra » T anima dei politici un impenetrabile abisso. Perciò io sono di • avviso, che 1’ attuale pace sia una mera e semplice illusione, rap- • presentata da un accorto ministro. L’adoperarsi, chefalaFran- • eia per 1’ utilità e la grandezza della Spagna, non è che uno » sforzo contro natura, il quale cadrà da sè stesso tostocliè cessino • le turbolenze, che la tengono presentemente agitala. L’interno di » questo regno è ingombrato da densa nube, la quale certo avrà » a dissiparsi. É troppo soggètta a varietà 1’ indole di quel clima; » né ponno perciò durarvi neppure le turbolenze. Quanto a noi, » che siamo avvezzi a stancare con la nostra costanza la fortuna » avversa, cediamo destramente alle circostanze del tempo; atten-» diamo circostanze migliori ; guardiamoci dall’ accordare la no-» sira confidenza a nemici reconciliati ; guardiamoci dal ricusarla » aali amici antichi. » La saviezza di queste considerazioni penetrò nell’ animo dei senatori, ed indusseli ad approvare il trattato, ed a persuadere il duca di Savoja ad entrare aneli’ egli nelle medesime convenienze. Più tardi, il re Luigi XIII mandò a Venezia ed a Torino particolari ambasciatori a fare le sue giustificazioni sull’ avvenuto, addu-cendone a pretesto di non aver voluto abbandonare l'Italia in balìa degli spagnuoli ; ed offerendo ai veneziani una mediazione presso i grigioni per la libertà del passaggio sul territorio di essi ; ed al duca Carlo Emmanuele facendo sperare grandi vantaggi per vol. x. 20