230 LIBRO XXXIX, CAPO X. ad Orvieto, nella qual mossa si arresero ad essi Monteleone, Castiglione del Lago, Passignano. E nel mentre questi vantaggi otteneva per terra, il granduca molestava anche per mare con alquante galere le spiagge pontificie ; sicché, angustiato il papa da tutti i lati del suo dominio, e a mal in cuore soffrendo nella sua estrema vecchiezza tanti danni cagionati al suo stato dalla ostinatissima insistenza de’suoi nipoti, mise mano alla mediazione dei ministri francesi, acciocché 1’ affare si ponesse a trattato. Perciò in Venezia 1’ ambasciatore del re Luigi XIII, presentò alla repubblica un foglio, che il marchese di Fontanè aveva ricevuto dai Barberini : in esso proponevasi— « di restituire lo stato di Castro al duca Odoardo Farnese, demolire le fortificazioni e riserbare le ragioni agl’ interessati dei censi, quando la lega, ritirate le armi, rendesse 1’ occupato ed il duca chiedesse assoluzione e perdono : il papa offeriva un ampio breve già secretamente spedilo, per redimerlo dai pregiudizi, eh’ egli temeva d’incorrere, quando col prestare assenso agli alti corsi e alle scomuniche autenticasse le colpe di fellonia, che gli avevano apposte. » — Ma nel mentre queste pratiche si facevano in Venezia, i Barberini sollecitavano i cardinali spagnuoli a proporre al granduca una sospensione di armi, il deposito di Castro nelle mani di lui, accompagnalo da un breve particolare che gli concedesse la facoltà di restituirlo al duca di Parma tosto che questi avesse dato le richieste soddisfazioni. Le quali proposte, perciocché parvero ai collegati alquanto ambigue ed insidiose, furono rigettate, principalmente perchè venivano per mano della Spagna. Anzi la repubblica a nome di tutta la lega ne fece a Madrid, per mezzo del suo ambasciatore così solenne e risentita protesta, che il re comandò sull’ istante di troncarne ogni pratica ; e di più, per ordine di lui, il viceré di Napoli, richiesto dal papa dei novecento cavalli per l’investitura di quel regno, dovuti in caso d’invasione dello stato ecclesiastico, si rifiutò dal somministrarglieli, perchè questa non era causa della santa sede, ma della sua casa e de suoi congiunti. Nè per la via dei maneggi col mezzo della Spagna e della Francia rimaneva da sperare più oltre ai Barberini :