214 LIBRO XXXIX, CAPO VI. classi dei nobili, rimanessero per 1’ esteriore forma degli abiti accomunate e confuse. L’ abito dei nobili era una lunga veste nera a maniche strette ; ma quelli che appartenevano alle primarie magistrature, indossavanla distinta e per colore e per larghezza delle maniche. Erasi introdotto 1’ antica usanza, la quale a poco a poco era passata in abuso, che chiunque fosse ritornato dalle ambasciate in qualità di cavaliere, od avesse compiuto il tempo del sostenuto uffizio di consigliere o di savio grande, adoperasse per tutto il resto della sua vita la veste nera bensì, ma con le maniche larghe. E siccome questi uffizi non erano di lunga durata, così avvenne, che, moltiplicandosene i privilegiati, il privilegio era divenuto comune'di troppo, nè più valeva a ricompensa de’ servigi prestati, od a distinzione del grado onorevolmente sostenuto. Si pensò pertanto di porre un limite a questo sconcio, investigandone 1’ origine e la progressione ; e si trovò, che da nessuna legge era stato introdotto, da nessuna confermato. Tanto più quindi fu conosciuta la necessità di regolare siffatta usanza, la quale per cariche di corta durata concedeva una distinzione perpetua. L’ argomento fu portato al Maggior Consiglio. Alcuni proponevano di accordare 1’ uso delle maniche larghe per tutta la vita a chiunque avesse sostenuto due volte la carica di consigliere, e quattro quella di savio grande. Antonio Yenier invece ed Andrea Morosini, consiglieri di Collegio, e con essi Giambattista Foscarini e Giovanni Cernovicchio, capi di Quarantia, proposero, che 1’ uso della veste con larghe maniche a vita fosse limitato ai soli procuratori di san Marco, al fratello ed al primogenito del doge ed al cancellier grande, a cui era concessa dalla stessa legge ; e che ai soli cavalieri fosse concesso 1’ uso della stola e della cintura d’ oro, ma sopra la veste ordinaria. Le proposizioni furono portate ai voti, e ne rimase deliberata la parte, secondo le forme progettate dai quattro sunnominati (1). (i) Fu inesatto il Laugier nel raccontare questo regolamento. Lo si confronti con lo storico Giambattista Nani.