anno 1667. . 479 ne fossero impediti i soccorsi ; la stagione altresì pareva propizia all’ impresa. Nel finire adunque del gennaro erano pronte a salpare dal porto di Paris, ove aveano svernato, sedici galere, cinque galeazze e trentacinque navi, olire a parecchi legni minori : portavano insieme più di mille cavalli, nove mille fanti da sbarco, i quali sarebbero poi siali accresciuti da buon rinforzo di truppe condottevi da Candia. Ma 1' impelo dei venti e delle burrasche scatenatesi furiosamente e nel gennaro e nel febbraro, nel mentre l’armata stava per uscire, mandò a vuoto il progetto. Perciò, consumato inutilmente quel tempo, i comandanti deliberarono di ridursi nuovamente in Candia : nel quale tragitto perirono, per la furia dei venti, due navi. E così dal progettare la pace e dal tentare un’ impresa strepitosa furono costretti i veneziani a limitare le loro mosse a qualche inconcludente scaramuccia di variante fortuna : e tuli’ al più ebbero qualche vantaggio nel predare di quando in quando alcune saiche turche e persino dieci navi cariche di biscotto. Con questi fatti crasi toccato il fine di settembre, ed il capitano generale terminava la sua carica : a cui perciò fu sostituito Francesco Morosini, di bel nuovo onorato di così alto grado. CAPO LXIII. Assedio di Candio. Dopo molti apparecchi dall’ una parte e dall’ altra, incominciò la campagna del 1667 con l’assedio di Candia, perciocché il sultano aveva risolutamente deciso di volere a tutta forza di armi terminare cotesla guerra. Lo stesso visir in persona ebbe ordine di recarvisi. Egli, trattenutosi nella Canea tulio l’inverno, erasi occupato soltanto di radunar genti e soccorsi; aveva sparso da per tulio la voce, che egli stesso vi guiderebbe 1 impresa, e con questa divulgazione s’erano affrettali a gara ad accorrervi e venturieri e soldati. Fece fondere a bella posta una quantità di cannoni, alcuni di smisurata grandezza,