216 LIBRO XXXIX, CAPO Vili, il commercio nelle coste della Barbaria. Amurat IV, sultano, aveva condotto nel 1658 un’ armata di trecento mille uomini ad assediare Bagdat ; e perchè le coste dell’ impero suo avessero ad essere protette contro le violenze dei pirati aveva comandato alle reggenze di Tunisi e di Algeri di unire le loro squadre nell’ Arcipelago. Questa occasione riuscì propizia a costoro, il cui mestiere appunto era di corsari ; e si diedero ad esercitarlo nel golfo. Sedici infatti delle loro galere assai bene armate si presentarono dinanzi a Nicotera, sulla costa della Calabria, vi fecero uno sbarco, e dopo di averne messo a sacco tutti i dintorni, rientrarono nei loro legni, per proseguire il viaggio e le imprese. Comparvero dinanzi a Cattaro, e mentre stavano disponendo lo sbarco, una furiosa tempesta le costrinse a cercare asilo nel porto della Vallona. La squadra veneziana, che stava alla custodia del golfo, sotto il comando di Marino Cappello, appena n’ebbe notizia si diresse a quella volta per assalirle e combatterle. Ciò era consono ai patti, che la repubblica aveva con la sublime Porta, di poter cioè inseguire coi suoi legni i corsari di mare in qualunque luogo si fossero, ed era d’ altrondo proibito ai comandanti ottomani di proteggerli nei loro porti. Sulla fede di queste convenzioni, il generale Cappello si avvicinò alle galere barbaresche e cominciò a molestarle col cannone : c5 ma il comandante del forte ne pigliò la difesa e fece fuoco sopra la squadra veneziana, sicché fu costretta a ritirarsi. I corsari vollero profittare del momento e cercarono di fuggire : ma il Cappello gli inseguì e li costrinse a rientrare nel porto, ove li tenne bloccati per più di un mese. Coloro implorarono 1’ assistenza del capitan-pascià, il quale vi accorse con ventidue galere per liberarli : ma prima, eh’ egli sopraggiungesse, Marino Cappello, prevedendone le conseguenze, spinse la sua squadra nel porto. Le artiglierie della fortezza vibrarono sopra di essa una tempesta di fuoco, per costringerla a desistere dall’ impresa : le ciurme delle galere barbaresche saltarono a terra ed abbandonarono i loro legni: il Cappello se ne fece padrone e li condusse vittorioso a Corfù.