anno 1648. 507 resto dell’isola, senza punto curarsi delle conquiste di Dalmazia. Ma questa loro opinione trovò in senato vigorosissima opposizione : le discussioni furono molto energiche : il savio di Collegio Vincenzo Gussoni cavaliere, così n’ esponeva al senato i molivi : « All’ età no-» stra per ignote, ma giuste cause, condannata dal cielo agl’ inforlu-» nii, tocca a piangere le perdite dei regni, temere i pericoli estremi » della repubblica. Punto fatale, in cui dalla vostra prudenza pende, » se reciso un membro lontano e corrotto deve la patria restar tran-» quilla e libera, o se per ostinata costanza, mi sia lecito dirlo, abbia » da fluttuare naufraga e pericolante. Io porgo i miei voti a Dio, » acciocché placato inspiri a’ vostri cuori quel che richiede la reli-» gione et il suo culto, e poi a voi porterò ciò, che mi detta la sin-» cerilà della mente e 1’ amore della repubblica. Gran tempesta è » quella che agita i nostri animi. Io conosco quanto pesa perder gli » stati ; so che in essi 1’ anima della dignità, l’ampiezza dell’ imperio » consiste; ma se la regola di natura, non che il senso prudente » suggerisce, che conira una parte s’incrudelisca, perché il tutto si » salvi, chi può contendere co’ decreti del fato, o resistere alle forze » de’ più potenti ? Non s’ é veduto mai con maggior costanza più » disuguale contrasto. Pur troppo altre volte ha la repubblica con-» venuto per disgrazia di aver un vicino quanto ingiusto, altrettanto » potente ; cimentarsi con gli ottomani, ma non mai sola. Il zelo della » religione, l’interesse di stato suscitava l’intiere nazioni. Per debito » i pontefici, i re per pietà, i popoli per coscienza venivano a parte » del comune pericolo, ed abbondando i soccorsi, se abbattere non » si potea quel fortissimo imperio, crollava, e se non crollava, alme-» no si tratteneva. Ora Innocenzio accusa la povertà dell’ erario, nè » io cerco le cause. Gli altri allegano la loro impotenza o additano » le proprie cicatrici c le piaghe, ed io le compiango. Vedo pur » troppo Ira i cristiani non trovarsi più parte sana. Arde la guerra, » distruggono le battaglie, lacera la discordia, chi sperar può rista-» bilita la pace se tra gli arcani della dominazione passano gli odii » de’ principi e le sciagure de’ popoli? Compariamo i presenti