47G unno xt, c\po lxi. ¡1 combattimento in tempo (li notte e per la maggior parte al chiarof della luna. Aveva egli infatti progettato l’impresa di Negroponle ; ma non la potè neppur cominciare per la opposizione, che vi fece il comandante delle galere di Malta, il quale diceva di non avere facoltà di porre a terra milizie. Perciò il Morosini, ansioso di porre in opera le sue forze, girò le prore verso i lidi dell’ Asia. E mentre accinge-vasi a molestarne i porti, ebbe notizia, che nel porto di Giovatà, non di molto discosto, erano entrate dieci saiche, le quali precedevano grossa carovana di diciassette navi e trentasei saiche, scortate da cinque galere, diretta da Costantinopoli ad Alessandria. Ognuna, che componevala, era carica di ricche merci, ed eranvi altresì molli pellegrini, che portavano preziosi doni alla Mecca. Giorgio Morosini, lasciate indietro le galeazze e sei galere, andò col restò a Giovala, per impadronirsi intanto delle saiehe: e vi riuscì assai facilmente, perchè le genti, che le montavano, datesi alla fuga, abbandonarono legni e carico, e s’internarono nel paese. Poscia la notte del 29 settembre incontrò il resto della carovana, che veleggiava senza precauzione veruna e non sospettando la presenza della flotta veneziana in quelle acque. Assalì quei legni e li mise in grande scompiglio. Si accese quindi feroce combattimento, che durò molte ore. Splendeva in cielo la luna, c giovò molto ai nostri per ben regolare le loro mosse, ed assalire, inseguire, predare qua e là i legni degl’ infedeli, ed a far macello di questi. Oltre gli uccisi, moltissimi ne perirono affogati in mare od inceneriti dal fuoco scoppialo in alcuna di quelle navi: dugcnlo cinquanta ne rimasero prigionieri. Diciotto saiche rimasero in potere dei vincitori, i quali, carichi di ricco bottino, passarono a svernare a Paris. Di miglior sorte fu apportatore ai turchi l’anno successivo 1663 nelle loro imprese dell’ Ungheria : assediarono Najasel e dopo un mese la costrinsero a cedere e se ne fecero padroni : difesero con molto valore Canissa, e resero inutili gli sforzi delle armi imperiali, che ne tentavano la conquista. Ma poi nel 1664 il generale Montecucoli