220 LIBRO XXXIX, CAPO X. avrebbero dovuto essere le prime a sperimentarne gli effetti. Ma la Provvidenza ne allontanò tutto ad un tratto il colpo funesto, troncando la vita di lui logora per le dissolutezze più sfrenale e per le intemperanze ed ubbriachezze continue. Parve, che le cose prendessero altro piede sotto il successore di lui, che fu suo fratello Ibraim, e passò dalle carceri al trono. Questi lasciò tutta 1’ amministrazione dell’ impero nelle mani di sua madre e del gran visir Mustafà. La repubblica inviò ambasciatore straordinario a Costantinopoli, per le consuete congratulazioni, Pietro Foscarini ; ed in questa medesima occasione cangiò il bailo colà residente, mandandovi, in sostituzione al Contarmi, Gerolamo Trevisan. CAPO X. Contesa pel ducato di Castro : parte, che vi prendono i veneziani. Dopo siffatti avvenimenti, che appartengono all’anno 1639, la repubblica di Venezia, colla sua invariabile politica, se ne stette in una perfetta neutralità ed in attenzione vigilantissima sull’ esito degli affari che agitarono successivamente il Piemonte, la Francia, la Germania, la Spagna per tutto il corso dei due successivi anni 1640, e 1641 ; ad onta che or da questa, or da quella delle potenze fosse stata invitata ad abbracciare un partito. Bensì ella stessa, per assicurare gli scambievoli possedimenti, aveva sollecitato una lega col papa, per cui sarebbesi formata in comune un’ armata di dodici mila uomini d’infanteria e di tre mila di cavalleria, due terzi a spese di lei, ed un terzo a carico del papa. Nella quale sollecitazione il senato intendeva, che la difesa scambievole dei rispettivi domimi non avesse ad eccedere i confini degli attuali possedimenti. Ma il ministero della corte romana voleva inoltre, che la repubblica si obbligasse alla difesa eziandio dei feudi dipendenti dal dominio papale : nel che il senato non durò fatica a travedere le intenzioni di quei cortigiani ;