135 canestrino; il suo raggio o il suo cappello, l’im-mutabil cappello, vincitore di tutte le mode, e che sopravvisse a tutte le rivoluzioni dei tempi, sono per sempre ecclissati, e il sole sorse pure una volta dal seno dell’Adriatica Teti a illuminare i volti delle Procuratie senza incontrarvi di sotto quel volto noto, cognito, impresso nella memoria di tre o quattro generazioni di genti, che colà si succedettero! Povera Teresa! come il gallo mattutino col canto, e tu col modesto lavoro del tuo canestri-no eri il precursore del giorno, e più fedele della stessa campana di s. Alipio aprivi in Piazza il passo alla folla, e davi il segnale dell’ora delle opre. Dal tuo dotto cestello pigliava la rondinella pellegrina l’avviso, e tu colla primaticcia violetta della quaresima aprivi la porta alla lieta primavera, e col botton delle rose cominciavi nel di di s. Marco l'estate! E chi in mancanza di più ingenuo regalo in tal giorno a te non ricorreva? Ed ora chi ti surrogherà nell’ ufficio amoroso? Chi farà gli onori sì necessarii di Flora in queste paludi, dove Flora appena ha un’ara ed un culto nel romito e lontano s. Giobbe? Chi raccorrà infine l’eredità del tuo cesto? Imperciocché il genio non ha successione, non nascono due Canova in un secolo, e tu appuuto creasti il tuo stato, trovasti un’arte no-