LIURO XI., CAPO XI.IX. CAPO XLIX. Nuova sconfitta dei tuixhi ai Dardanelli. La carica di capitano generale della flotta era stata affidata a Lorenzo Marcello, il quale lasciando Candia assai bene approvigio-nata, era andato a dar fondo ai Dardanelli, menando seco, in sul finire di maggio, venticinque navi, sette galeazze e ventiquattro galere. A queste se ne unirono altre sette di Malta, capitanate dal priore della Iloccella. Ma i turchi, occupali di fierissimi contrasti nella capitale, non si davano fretta veruna a ricominciare la solita rappresentazione degli anni addietro di sforzare 1’ uscita delle navi dallo Stretto bloccato. Le fazioni sempre in discordia tra loro, fecero inondare di sangue il serraglio. Fu deposlo infatti il visir Solimano, e ne fu data la carica a Cussein pascià della Canea. Con questa insidia riuscì a’suoi malevoli di attirarlo a Costantinopoli, per operarne con più sicurezza la perdita e fargli pagare il fio della lentezza, che gli s’imputava, nel maneggiare la guerra ; lentezza, che a sua cattiva volontà attri-buivasi, piuttostochò alla moltiplicità dei disordini del governo, per cui egli era reso impotente ad agire. Tultavolta prima eh’ egli arrivasse a Costantinopoli scoppiò una nuova rivoluzione. Trenta mila giannizzeri circondarono il serraglio e tumultuando chiedevano di parlare al sultano. Maometto IV fu costretto perciò ad affacciarsi ad una finestra; nè contenta l’altruppata moltitudine di vederlo, volle inoltre accertarsi, eh’ egli era solo e clic nessuno gli stava d’ appresso a suggerirgli parola di risposta a quanto dirgli volevano. Perciò fu duopo togliervi le ferrate ed ogni altro impedimento, clic avesse potuto celare agli sguardi dei tumultuanti qualunque persona. Vistolo adunque solo ed isolato, prese parola per tutti i colleghi Achmet agà, dicendo,— « che se le destre » annate delle valorose milizie tutelavano la felicità dell'impero dagli