ANNO 1618. 13 • supplitio, pregarono instantemenle il sacerdote mandato a con-» solarli, che a suo nome venisse, come ha fatto questa mattina • dopo morii, a domandar umilissimo perdono alli capi del con." » di X. delle male operationi et del perverso animo loro contra • la Republica. » Restano anco al pieno comprobate le cose espresse nella • communicatione già falla dalla confessione de’ rei in lormentis » con molli altri particolari, che incontrano puntualmente con » tulio quello, che constava in Proc.° prima che fussero ritenti.— » Sicché non resta dubbio delle macchinationi trattale con saputa, » coll’opera, et assenso dell’amb.r suddetto. — Aggiungendosi di » più, che per non esser ancora il tutto così ben ultimato, anzi • restando pur tuttavia da operarsi molto, et di cose, che tirano • seco gran consequenza nel pubb.° interesse, et massime per » intiero lume, et giusliiìcation de complici, et compartecipi, oltre » quelli che fin ora si sanno, parte de’ quali, o sono ritenti, o con-» tra di essi sono stati dati sufficienti ordini, non si manca di ogni • esatta vigilanza con assidua applicatione di spirito, et di fatica. • Exc.” Consilii X Sec.s » Jo. Baptista Padavinus. » III. Espositione dell’Amb/ di Spagna. 1618, 25 Maggio. « Venuto nell’ Ecc.”0 Coll." 1’ Amb.r della M.4 Cattolica disse » —Ser.m° Principe.—111.“11 et Ecc.mi Signori. — Io vengo mal » volentieri per occasioni, che non siano di questo luogo, massime » quando si tratta di me, che come servitore devoto, et umilissimo » della Ser.'4 V. non vorrei mai accrescerle disturbo.