178	LIBRO XXXVIII, CAPO XYI.
secondarlo in quella sua spedizione. Ebbero conferenza Ira loro, e si separarono in fine disgustatissimi l’un dell’ altro.
     I fran<jesi passarono il Dora a’ 18 di marzo : cercarono di sorprendere a Rivoli il duca nel suo palazzo di delizie e di arrestarlo : ma egli, avvisatone a tempo, s’ era rifugiato in Torino. Ivi spiegò palesemente le sue intenzioni dichiarandosi affatto contrario all’ impresa del cardinale, troncò ogni comunicazione con essolui, e persino licenziò l’ambasciatore veneziano Francesco Cornaro, a motivo dell’unione della repubblica nostra col re di Ffancia.
     Allora il cardinale, destramente raccolte le sue truppe intorno a Torino, finse di volere stringer di assedio quella capitale, a fine di obbligare il duca a raccogliere colà tutte le sue forze a difenderla.
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Quindi mandò sei mila fanti e mille cavalli contro la città di Pinaro-lo, la fece investire da tutti i lati, e senza difficoltà se ne fece patirono. La cittadella, dopo brevissima resistenza, se gli rese aneli’ essa, l’ultimo giorno di marzo, ch’era il giorno di Pasqua. Tutte le terre adjacenti, le valli ed alcuni forti all’ intorno, recentemente costrutti dai savojardi, gli si resero similmente. Si diede quindi il cardinale ogni premura per fortificare la città e tutti quei luoghi per guisa che ne riuscisse una fortezza inespugnabile: e cominciò allora a formare progetti più vasti che non avesse in sulle prime immaginati. Atterrito il duca alla considerazione del pericolo gravissimo, che sovrastava a lui ed alla sua capitale, si gettò tra le braccia degl’ imperiali, da cui ottenne tosto considerevole rinforzo.
    Questi avvenimenti diedero coraggio al governatore di Milano, il quale ripigliò 1’ assedio di Casale. Ma nel mentre se ne stava egli occupato ad espugnare questa piazza, il cardinale dilatava le sue conquiste in tutto il marchesato di Saluzzo, ed il re Luigi XIII entrava nella Savoja e la sottometteva tutta, tranne Monmeliano, che fece stringere di assedio dal marchese di Vignoles. Le malattie sopravennero in frattanto a rallentare le mosse, con tanto buon esito incominciate : nè i soli francesi ne furono colti; si sparsero esse anche nelle genti nemiche. Il cardinale andò ad unirsi al re nella Savoja, e lo