anno Ì650. 195 protomedico della Sanità, Cecilio Fuoli, nipote del Fuoli suni-mentovato. Ad accrescere poi quest’ orrore altre scene orrende rappresentavano agli sguardi degli spaventati superstiti le sacrileghe violenze degli snaturati seppellitori, i quali, con barbarie supcriore ad ogni umano ribrezzo, manomettevano i cadaveri, maltrattavano gli agonizzanti, e persino osavano contaminare brutalmente con nefandi attentati gli estinti. L’intemerata giustizia del magistrato di Sanità ne fu perciò sì vivamente provocata, clic si vide costretta a punirne con la morte i colpevoli : costoro, sommariamente processati, venivano sull’ istante fucilali sul limitare del tribunale ; e per frenarne col terrore 1’ audacia, eransi fatte innalzare le forche in varie piazze della città, e stava pronto il carnefice per togliere di mezzo coloro, che spinti dall’ avidità delle rapine fossero stati sorpresi in sul fatto nelle case o sequestrate o deserte. Talvolta avveniva, che nella fretta e nella confusione si frammischiassero i semivivi coi morti, ed ammucchiali si trasferissero alla sepoltura (1). Non passava notte, che non fosse dato il sacco a qualche casa sequestrata, o che non ne fosse aggressa taluna delle poche rimaste tuttavia non tocche dal morbo. Le cose predate nelle case infette comunicavano e moltiplicavano da per tutto l’infezione. Per colmo di sciagura e di orrore, la miseria e la fame sopraggiunsero anch’ esse a rendere più funesto lo stato della città. Più non v’era chi recasse a Venezia viveri o merci ; i facoltosi indarno aprivano lo scrigno per comperare un pane da chi si guardava dal venderlo ; la vigilanza del governo non trovava più il modo (i) Dai pubblici registri ci è conservata furono prese per essere lanciate nella fossa, memoria, tra gli altri casi allora avvenuti, diedero segno di vita. Trasferite perciò di due giovani femmine, le quali erano al Lazzaretto, vi furono curate e guariro- l’una cameriera presso una famiglia di gen- no e vissero dipoi lungamente. La prima tiluomini a san Barnaba, e l' altra nomi- si maritò, non per anco uscita dal lazza- nata GioselTa figliuola di una Manetta la- retto, con un giovine, a cui era toccata si- vandaja ed abitava nella contrada di san mile ventura ; l1 altra ebbe in isposo il Maurizio. Entrambe gettate con gli altri servo di un avvocato Antonio Diana. — cadaveri in una burchiella, furono portate Yed. a questo proposito la cit. dissert. del a Lido per essere sotterrate, e nel mentre Casoni, pag. 19.