i 56 lo braccia amorose, e cerca ansiosa in que’lumi, e in quegli spasimi quanta sia l’estensione della propria sciagura. Forse l’Imclda è rotondetta e grassona un po’piùche all’amorosa bellezza non si conviene ; i’ors’ era storica convenienza maggiore farla nell’ alto che succia all’ amante il sangue e il veleno della cruda ferita ; ma certo che il soggetto qual è qui rappresentato ha molta verità e molta passione e commuove l’animo de’ riguardanti. S’ aggiunga la verità delle linte e delle ombre : la veste di Bonifazio si stacca veramente dal seno; il sangue veramente sprizza dalla ferita ; veramente le stoffe son seta, velluto, quale il pittore intendeva che fossero. Chi direbbe che questo è il primo saggio d’un alunno, il sig. Paglierini ? Un altro alunno, il sig. Antonibon di Bas-sano, rappresentò la casta diva ; non quale la invocava la tremenda druidessa innanzi a tagliare il sacro vischio, ma quale ce la dipinsero i poeti di età meno atroce, nell’ atto di lasciare lo stellato suo carro per ¡scendere in terra a vagheggiare 1’ amato suo cacciatore : il quale ben lunge dall’ immaginarselo o d’ aspettarla giace sepolto in placido sonno alla campagna. La casta diva s’ arresta nell’ amoroso sembiante , se ne compiace, il vezzeggia, ma a un tratto s’arretra, non so se impedita dalla naturale ritrosia, poi-