ANNO 1618. 49 scrittura communicata, et passata con termini generali ovvero trapassata sotto silentio, sia per dar materia di mali discorsi. * Et maggior consideratione si doverà fare del Rossetti Sec.rl° di Giacpier, del quale non militano li stessi rispetti et si può tener per conscio di tutte le macchinationi. Et questo pare passo di molto stima. » Si racconta ancora, che successa la retentione, et morte di questi ribelli, altri Francesi partirono subito da Venetia, et si ritirarono a Napoli, il che conclude, che si sappia chi sono, et pero dovessero esser nominati, overo addotta ragione di non nominarli, altramente un’ affermativa così asciuta resterà soggetta a sinistra interpretatione. » Nella narratone della congiura di Crema si dice in un luoco, che Giovanni Berardo si scoprì per essersi intimorito, quando s’udì la morte di Giacpier et in un altro loco si narra, che ciò occorse alla nova della morte delli Rinaldo, e Bulleò ; ch’es-sendo li avvisi andati a Crema distanti di tempo più d’un mese, convien fermarsi in quel solo, eh’ è vero, non potendo esser veri ambidue. » Fu consideralo ancora se fosse parsa repugnanza che la congiura si dovesse eseguire all’ ottobre con la missione delli gal-leoni insidiosi da Napoli, et nondimeno innanzi 1’ aprile 1’ Amb.r Belmare, et Roberto facessero querimonia, accusando la tardanza di Ossuna nell’ ¡spedire, per mancanza del quale fosse perduta 1’ occasione di eseguir il trattato. » A questo fu risposto nell’ Ecc.mo Coll.' che le lamentationi di Belmare, et di Robert non si riferiscono alla congiura sopra questa città; ma ad un’ allra di prender un posto in Histria, cosa da loro concertata, e non tentata per 1’ occasione, che ebbero di sorprendere le galere ; questo veramente risolve a pieno la difficoltà ; ma conclude anco insieme, che se bene non è trattato insidioso, ma solamente ingiurioso et esecrando, non di meno sia necessario metterlo ben in chiaro, et ¡minorar vol. x. 7