1 anno 1629. 175 leggi della repubblica severamente proibivano, che i figli dei dogi avessero ad essere promossi dalla corte di Roma a qualsifosse benefizio : per ciò il senato, fermamente opponendosi a questa promozione, fece pregare il pontefice a conferire ad altro soggetto quel vescovato. Lo stesso cardinale, ben conoscendo 1’ irrevocabile autorità di queste leggi, aveva scritto al papa, supplicandolo anch’ egli a degnarsi di lasciarlo alla sua diocesi, e di provvedere di un altro vescovo la chiesa padovana. Ma Urbano Vili, che lo aveva di già preconizzato nel suo concistoro, non voleva rimuoversi per guisa alcuna dalla fatta elezione. Il cardinale ne rinunziò la nomina, piutto-stochè cadere nella disgrazia del suo governo : ma la sua rinunzia non fu accettata. Laonde il senato, piuttostochè tollerare una violazione delle sue leggi, lasciò che restasse vacante quel vescovato. Avvenne intanto la morte del doge Giovanni Cornaro ; nè per anco si rimosse dalla sua fermezza: anzi continuò, per qualche tempo ancora, il contrasto. Alla fine, morto nel 1631 il patriarca Giovanni Tiepolo, il senato nominò a surrogarlo il cardinale Cornaro, e presentò pel vescovato di Padova un fratello di questo, Marc’ Antonio Cornaro, eh’ era primicerio di san Marco. Cosi fu agevolato 1’ accomodamento e rimasero sopiti i dissapori insorti per questa vertenza. Ma non sì tosto fu questa accomodata, ne insorse un’ altra per diritti di sovranità sul mare. Le galere veneziane, per conservarne il dominio alla repubblica, avevano arrestato alcuni legni ragusei, che trafficando in Ancona, attraversavano l’Adriatico senza pagare la gabella consueta, a cui erano senza distinzione soggetti tutti i legni, che navigavano in quelle acque. Urbano VIII se ne lagnava per lo danno, che ne sentiva il porto di Ancona; ma il senato non volle transigere su questo argomento, finché non venne a Venezia, ambasciatore dei ragusei, Bernardo Giorgi a chiedere grazia per quei legni arrestati. Fu condiscendente allora a restituirli, contentandosi unicamente che pagassero allo stato la contribuzione dovuta. Un altro motivo di lagnanza ebbe la repubblica verso il governo papale, perciocché per la sacca di Goro si portavano frumenti a