218 LIBRO XXXIX, CAPO IX. violazione dei trattati, di cui crasi reso colpevole il comandante della Vallona. L’ esito di questo incidente doveva dipendere dall’ esito della guerra che il sultano aveva nella Persia. Avvenne infatti, che, presa d’ assalto la città di Bagdat e fattane passare a fil di spada la guarnigione, Amurat ricevesse, framezzo alla fierezza e all’ orgoglio di quella vittoria, la lettera del senato ; e riaccesasi perciò più veemente la sua rabbia, ne macchinasse più feroce vendetta. E cominciò a pigliarla, mandando ordine al caimacan d’ interrompere qualunque commerciale corrispondenza tra gli stali suoi e quelli della repubblica ; di arrestare tutte le navi veneziane, e porle sotto sequestro e di porne altresì tutte le altre robe dei veneziani dimoranti negli stati ottomani ; e di fare i necessarii preparativi per un formidabile armamento. Questi ordini dovevano precedere il suo arrivo a Costantinopoli ; perchè, sviluppatasi la peste in Bagdat, a cagione della moltitudine dei cadaveri, egli vi lasciò il suo gran visir a trattare le condizioni della pace col re di Persia, e si pose in viaggio verso la capitale. CAPO IX. Discordie col sultano Amurat IV accomodate. La fermezza, con clic il bailo Contarmi eseguì le commissioni avute dal senato, ed il sospetto d’ altronde, che la repubblica trattasse col pontefice per unire le forze cristiane contro gli stati ottomani, fecero piegare a migliori consigli i ministri di Amurat IV. Dal nuovo caimacan Muslafà, succeduto al deposto Mussà, furono concertate le condizioni di accomodamento, le quali consistevano — « In promettersi dal bailo una somma di denaro, a risarcimento dei danni recati dalle armi veneziane nel porto della Vallona ; in restituirsi uno scafo preservato superstite, perciocché proprietà dei turchi; nel resto sopirsi ogni altra pretensione ; comandarsi ai corsari di